Decreto Salvini: Trento «resiste» coi corsi di lingua

L'apprendimento dei rudimenti della lingua italiana è il primo passo per l'integrazione. Ed è anche il modo, soft, con cui l'Amministrazione comunale ha deciso di praticare la sua «obiezione» di coscienza e politica al decreto Salvini. Di cosa fare, del se e come applicare il «decreto sicurezza» contestato e boicottato da sindaci e vescovi di mezza Italia, ha discusso ieri a lungo la Giunta comunale del capoluogo, nella prima seduta del 2019. Una seduta «politica», perché le delibere amministrative di peso (i progetti per ex Atesina, lido Manazzon e piazza della Mostra) erano state approvate nell'ultima seduta del 2018. 

Il problema, concretissimo, che impatterà prima sugli uffici dell'anagrafe, chiamati - articolo 13 del decreto Salvini alla mano - a dire dei no, perché il permesso di soggiorno non fa più titolo per avere la residenza, quindi sui servizi sociali del Comune, è il cosa fare per non subire passivamente l'applicazione del «decreto sicurezza». Ebbene, dalla linea che il sindaco Alessandro Andreatta ha reso pubblica all'indomani della notizia che il collega sindaco di Palermo, Leoluca Orlando , boicotterà il decreto - cioè che il dispositivo normativo, per quanto inaccettabile, sarà rispettato - la Giunta non si discosta. Per quanto il «decreto sicurezza» sia indigesto, crei insicurezza e sia anche uno schiaffo alla Trento città del dialogo, del confronto e delle porte aperte, è pur sempre una legge approvata dal Parlamento. Da denunciare, cambiare, anche coinvolgengo l'Anci, ma per via istituzionale. 

Quanto al che fare, la risposta, che è insieme concreta e «politica», è quella di sostenere l'attivazione di corsi di italiano per gli immigrati in città: una risposta al presidente leghista della Provincia, Maurizio Fugatti , la cui Giunta, applicando pari pari il «decreto sicurezza», ha deciso di tagliare le gambe al Cinformi, azzerando le risorse per l'integrazione: apprendimento linguistico, inserimenti lavorativi, relazioni di comunità, sostegno psicologico a chi ha subito traumi. 

Non mancano, in Giunta, i distinguo tra chi chiede di procedere con speditezza (come l'assessore alla cultura di Futura, Corrado Bungaro ) e chi (gli assessori autonomisti Tiziano Uez e Roberto Stanchina ) invitano a procedere con cautela, considerando che si tratta di reperire risorse per non trentini. Ma il percorso è avviato. Le modalità di attivazione dei corsi (quante risorse e come, se direttamente e attraverso soggetti terzi), saranno definite dopo un «passaggio» con tutti i consiglieri di maggioranza, previsto domani sera. Sul tema «sicurezza», la Giunta ha affrontato anche il nodo del progetto, finanziato dalla Giunta Fugatti con 50 mila euro, di tutela dei luoghi sensibili. Va presentato entro il 31 gennaio. Tra le idee, quella di sviluppare il modello del «controllo di vicinato», come fatto a Bologna e in altre città, sui cui da tempo lavora la Commissione politiche sociali guidata da Michele Brugnara .

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