Cani segregati in gabbia Condannato a tre mesi

Costretti a vivere in una gabbia di pochi metri quadri, Paki e Athos, due splendidi esemplari di lupo cecoslovacco, potranno ora essere accolti in una nuova famiglia. Il giudice Giuseppe Serao ha condannato il proprietario a tre mesi per maltrattamento di animali (quattro i mesi chiesti dalla procura) e disposto la confisca dei cani, sequestrati nel 2017 ad inizio procedimento ed ospitati nel frattempo al parco canile di Marco di Rovereto.

L’indagine era partita dalla segnalazione di due cittadini della val Rendena che si erano rivolti agli uomini della Forestale ed alle guardie zoofile dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali: i due lupi, come emerso dalla documentazione raccolta, erano custoditi in condizioni incompatibili con la loro natura, rinchiusi in gabbie nel piazzale di un’impresa e senza la possibilità di quotidiane uscite per la corsa; in inverno rimanevano senza acqua, visto che quella presente nella bacinella si congelava per le temperature rigide.

La condizione dei due animali era stata monitorata costantemente per un paio di mesi dalle guardie zoofile. Di qui la denuncia in procura, con l’Enpa che si è costituito parte civile con l’avvocato Claudia Ricci e l’avvocato Marina March. Come aveva appurato l’etologa in una accurata relazione, uno degli esemplari appariva perennemente depresso per gli spazi esigui in cui era costretto a vivere, mentre l’altro continuava a girare in modo quasi ossessivo nella piccola gabbia.

Il pubblico ministero aveva chiesto il sequestro degli animali, affidati al canile di Rovereto. Ieri è arrivata la sentenza: condanna per il proprietario, Giuseppe Mor, residente a Pinzolo, e «libertà» per i cani, che possono ora essere dati in adozione. L’imputato dovrà inoltre provvedere al risarcimento del danno a favore dell’Enpa (4mila euro), al rimborso delle spese legali sostenute all’Ente (2mila euro) e alla rifusione delle spese di custodia fino ad ora sostenute dalla struttura presso cui i cani sono ospitati dal giorno del sequestro.

«Oggi si è scritta una pagina di giustizia, a due anni dalla segnalazione di presunto maltrattamento» scrive in una nota Ivana Sandri, presidente dell’Enpa di Rovereto, nonché guardia zoofila ed esperta in etologia e benessere dell’animale. «Il proprietario - prosegue Sandri - noncurante delle prescrizioni impartite dal veterinario dell’Azienda sanitaria che prevedevano la necessità di portarli a sgambare almeno un’ora al giorno, e dunque in aperta violazione delle stesse, li ha tenuti per lunghi mesi all’interno di due gabbie di sei metri quadrati, situate in un area isolata nel comune di Carisolo, sovente lordate di urina ed escrementi, recandosi presso le gabbie solo per pochi minuti al giorno e privando gli stessi della possibilità di muoversi liberamente e di sviluppare le attività fisiche o mentali tipiche delle caratteristiche etologiche della razza di appartenenza».

Per Paki e Athos, non più di proprietà dell’imputato, si può dunque procedere con l’adozione: questo ha deciso il giudice di primo grado con la sentenza di ieri, ma l’imputato potrebbe decidere di fare appello.

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