I «supereroi» della lotta alla droga Per i cani Apiol, Gabriel e Nabuco addestramento e fiuto infallibile

di Sergio Damiani

«Apiol», «Gabriel», «Nabuco». I nomi e le foto di questi tre pastori tedeschi grigioni ricorrono sempre più spesso nelle cronache sul contrasto al traffico di stupefacenti. Nell'era del digitale e dei robot, il fiuto dei cani rimane una delle principali armi contro gli spacciatori, come dimostrano i risultati ottenuti dalle tre unità cinofile in forza al Gruppo di Trento della Guardia di finanza. La fantasia dei trafficanti si è sbizzarrita per tentare di ingannare il fiuto dei tre pastori tedeschi: hanno tentato con il borotalco, pepe, caffè, naftalina, pesce, uova marce e addirittura urina di cane. Non è servito a nulla: il loro fiuto, unito ad un perfetto addestramento, ha portato al sequestro di decine di chili di stupefacenti.

L'ultimo colpo grosso inferto ai trafficanti internazionali di droga è dei giorni scorsi, quando Nabuco e Apiol hanno scovato a bordo di una corriera 4,5 chili di ovuli di eroina e cocaina affogati in barattoli sigillati di polpa di pomodoro. Il nascondiglio pareva impossibile da trovare ma appena è stato aperto il vano bagagli i cani hanno dato segni di nervosismo. Per loro è iniziata la parte più divertente del «gioco»: la caccia al tesoro sotto lo sguardo attento del conduttore. Per una delle due nigeriane che trasportavano il prezioso carico il viaggio è finito in anticipo con destinazione carcere di Spini di Gardolo.

Non è un caso se i tre cani siano diventati l'incubo dei pusher che frequentano piazza Dante e la Portela: da quando la presenza delle unità cinofile è costante, gli spacciatori di rado tengono addosso la droga perché verrebbero subito puntati dai cani. Eroina, cocaina, hashish vengono nascoste, ma non sfuggono alle unità cinofile della Guardia di finanza che con regolarità «bonificano» le aree della città più soggette allo spaccio. «Apiol», «Gabriel», «Nabuco» oggi in Trentino sono i «supereroi» della lotta contro i trafficanti di cocaina ed eroina. Per diventarlo hanno dovuto superare selezioni molto severe, un lungo percorso di addestramento insieme al loro inseparabile conduttore, e prove continue che i cani affrontano con entusiasmo perché per loro dare la caccia agli spacciatori non è altro che un gioco.

I tre pastori tedeschi grigioni che formano la Squadra cinofili delle Fiamme Gialle di Trento sono nati nel Centro di allevamento e addestramento di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia. Da questa struttura, operativa dal 1955, escono quasi tutti i cani in servizio per la Guardia di finanza con funzioni antidroga, ma anche anticontrabbando, antiterrorismo e antivalanga. «Le cucciolate - spiega il responsabile della Squadra cinofili di Trento - nascono da cani già selezionati. Solo i cuccioli che nella fase del gioco, con la pallina e con il manicotto, mostrano un forte istinto predatorio saranno scelti per il successivo addestramento. I cani che non passano questa e successive selezioni vengono invece dati in adozione. Tra i 10 e i 14 mesi gli esemplari selezionati iniziano la fase di addestramento vero e proprio con il loro conduttore con cui si crea un legame molto forte».

Il corso, a cui i finanzieri accedono su base volontaria spinti dalla passione per i cani, dura sei mesi: due mesi dedicati alle droghe leggere, due mesi alle droghe pesanti e due mesi di tirocinio. Ma per i cani è sempre e comunque un gioco: per loro non c'è nulla di più gratificante di trovare il manicotto con la droga nascosta al suo interno. «Sfatiamo subito una chiacchiera - sottolinea l'addestratore - mai in nessuna fase della loro vita i cani assumono droga. L'addestramento viene fatto con stupefacenti resi innocui perché privati del principio attivo. Resta in sostanza solo l'odore. Anzi, quando sono operativi il conduttore deve fare attenzione per evitare che durante la ricerca il cane possa entrare in contatto con l'eroina o la cocaina perché per lui potrebbe essere fatale».

I cani migliori, usciti dal lungo addestramento presso il Centro di Perugia, insieme al loro conduttore vengono assegnati ai reparti dove, dopo un periodo di ambientamento, iniziano la loro attività di cani antidroga. Sono in servizio 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno, alloggiati in caserma, pronti a saltare sui due furgoni delle Unità cinofile (climatizzati per operare in estate e in inverno). Per i nostri «supereroi» non c'è nulla di più divertente che essere operativi, al guinzaglio dal loro conduttore con cui nasce un rapporto simbiotico (infatti quando i cani vanno «in pensione» molto spesso vengono adottati dallo stesso finanziere-conduttore). 

Contrariamente all'aspetto che può incutere timore, «Apiol», «Gabriel» e «Nabuco» sono degli investigatori gentili. Basta loro fiutare poche molecole di cocaina per puntare il presunto spacciatore, ma non gli saltano addosso. Il cane si ferma, si siede davanti al sospetto che viene fissato con intensità. A quel punto chi ha droga in tasca preferisce tirarla fuori. Il «gioco» è finito, e l'animale riceve i complimenti del conduttore. Un altro quantitativo, piccolo o grande, di stupefacente è stato tolto dal mercato.

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