Tagli a Cinformi e accoglienza: scatta la protesta Presidio dei sindacati davanti alla Provincia

di Nicola Marchesoni

Tagli all'accoglienza, i sindacati sono scesi in piazza. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato sotto il palazzo della Provincia, un presidio per protestare contro la decisione della giunta di ridimensionare il Cinformi. Da aprile a ottobre verrà gradualmente chiuso il 50% degli uffici del Centro informativo per l'immigrazione. Sarà poi chiuso entro pochi mesi il centro profughi di Marco, dal primo gennaio è prevista la soppressione dei corsi d'italiano, da febbraio la riduzione del servizio di supporto psicologico e dal primo aprile arriverà lo stop al servizio di orientamento all'impiego.

Una pesante sforbiciata che porterà con sé la perdita di almeno cento posti di lavoro.
I sindacati e i dirigenti di Futura2018 bocciano questi provvedimenti. «La Uil - spiega il segretario generale Walter Alotti - è allarmata per una delibera che mette a rischio tanti posti negli enti e cooperative coinvolte nell'integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo e che, per contraddizione di termini, mina la sicurezza del territorio e dei trentini, per il venire meno della minima assistenza e del controllo sociale di chi viene lasciato allo sbaraglio, per le vie della città e nelle nostre valli, alla ricerca di mezzi per il minimo sostentamento di sopravvivenza o anche solo per lasciare la nostra terra».

 

Cgil e Cisl si dicono certe che le decisioni prese della nuova giunta provinciale avranno delle gravi ripercussioni: «Decine di persone perderanno l'impiego e andranno ad ingrossare le fila dei disoccupati. I tagli poi colpiranno anche i cittadini. Senza l'assistenza per imparare l'italiano o per l'orientamento all'impiego, aumenteranno infatti le difficoltà del migrante per rapportarsi con gli enti pubblici e privati dislocati nel capoluogo e in periferia. Ci saranno, ad esempio, code più lunghe al Pronto soccorso perché il personale non capisce uno straniero. Lo stesso vale per gli altri uffici. Ci sarà maggiore marginalità, esclusione e insicurezza sociale. Bisognerebbe copiare quanto avviene in Alto Adige».

Tra le forze politiche più critiche nei confronti della politica sull'accoglienza adottata dall'esecutivo guidato da Maurizio Fugatti c'è Futura2018. «Diamo il pieno sostegno civile e politico - scrive il presidente Piergiorgio Cattani - al presidio indetto dai sindacati, in merito alle nefaste conseguenze sociali e occupazionali del taglio dei fondi per il sistema dell'integrazione degli stranieri presenti in Trentino. Vogliamo far sentire la nostra vicinanza a tutti i lavoratori coinvolti in questa decisione della giunta che umilia la nostra autonomia, perché sostanzialmente dettata dal governo nazionale».

Futura2018 parla di scelte incomprensibili: «Colpiscono non solo i più deboli ma, in realtà, tutti i trentini: aumenterà il disagio per gli stranieri, per i migranti, per i lavoratori trentini che finiranno disoccupati, per le famiglie trentine che saranno coinvolte nelle difficoltà di badanti, colf e assistenti domestici, figure indispensabili per la vita quotidiana. Crediamo che questa mobilitazione, accompagnata dal sostegno della società civile e del mondo politico, possa far cambiare idea alla giunta. I nostri militanti saranno al presidio dei lavoratori. Non è solo una questione di giustizia, ma di uno sguardo lungimirante: se si vuole governare dividendo la comunità non si va da nessuna parte».
Tra le misure prese dal successore di Ugo Rossi più criticate dall'opposizione c'è anche quella di rivedere la tessera che permetteva ai richiedenti asilo di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici urbani ed extraurbani. Ora potranno farlo solo per quattro volte al mese.

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