Il piccolo Filippo, la malattia e il suo grande esempio

di Patrizia Todesco

Filippo ha chiuso per sempre i suoi occhietti il 22 febbraio scorso dopo che per un anno ha combattuto eroicamente la sua battaglia contro un tumore che però, fin dall’inizio, non gli aveva dato molte speranze. Eppure, con la morte di questo bambino di appena sette anni e mezzo, una sorta di miracolo si è compiuto. Filippo non è guarito come tutti hanno sperato fino all’ultimo, ma il suo modo di combattere la malattia, il suo coraggio, il suo sorriso contagioso e la sua innata curiosità hanno profondamente cambiato la sua mamma, Stefania Curzel.

Dopo tanto dolore Stefania sta facendo in modo che Filippo continui a vivere nei suoi gesti, nelle sue iniziative, nel suo modo d’essere. Per questo ha deciso di cambiare vita: si è iscritta a un corso per Oss (operatrice socio sanitaria) per offrire ad altre persone quell’assistenza e quell’amore che Filippo ha ricevuto nei lunghi mesi delle terapie. Poi sta cercando di mettere in pratica anche gli «insegnamenti» di suo figlio. Così, il 23 luglio, giorno del compleanno di Filippo, non si è chiusa nei ricordi e nella disperazione. Ha organizzato una festa in una sala parrocchiale dei Solteri dove la famiglia Passamani vive, e ha chiesto ai tanti amici di portare un piccolo regalo. Ne sono arrivati a decine e nei giorni scorsi, in occasione della festività di S. Lucia, questi pacchetti sono stati donati ai bambini in cura nel reparto di Protonterapia.

«Se Filippo avesse potuto avrebbe fatto la stessa cosa. Aver donato un momento di felicità a quei bambini che sono davvero dei grandi eroi, sono certa che lo ha fatto contento».

A Prontonterapia Filippo è stato curato con amore e competenza. Lì ha trascorso ore difficili ma anche momenti piacevoli.
«Tutto è iniziato nel febbraio 2017 quando, senza alcun preavviso, è arrivata la malattia, “una pallina nel cervello”, come la chiamava lui. Malattia che ha cambiato la vita di Filippo ma anche di tutta la famiglia: mia, del papà e della sorellina Aurora. Ma la cosa che ha lasciato tutti attoniti, fin dall’inizio, è stato come questo bambino di appena sei anni sia riuscito ad affrontare la malattia. Ha accettato i cambiamenti, i nuovi limiti e le cure sempre con quell’inconfondibile sorriso sulle labbra. Anche per questo ha saputo entrare nel cuore di tante persone. Il suo modo premuroso e dolce, ma nello stesso tempo schietto, era inconfondibile e unico».

È stato proprio nel periodo della malattia che mamma Stefania ha capito che il suo bambino aveva delle capacità e delle risorse incredibili e che lei non avrebbe potuto essere da meno.
Quando parla di Filippo mamma Stefania ne parla spesso al presente. «È perché lui rimarrà sempre con me e sento che mi segue in tutto quello che faccio. Lui è riuscito a tirar fuori la parte migliore di me».
Tra le tante cose che Filippo e mamma Stefania hanno imparato durante la malattia è l’importanza di godere di ogni singolo momento, senza pensare troppo al futuro.

«Io ho avuto la fortuna di incontrare personale sanitario fantastico in Protonterapia, come in ospedale. Persone che non mi hanno mai fatta sentire sola e che hanno fatto anche di più di quanto dovevano. Non si sono preoccupate solo di Filippo e della sua salute ma anche di me, del mio stato d’animo. L’obiettivo della guarigione non c’era ma c’era quello di far vivere ogni giorno a Filippo in maniera dignitosa e l’obiettivo è stato raggiunto. Tutti ci hanno aiutato a vivere un anno di qualità, un anno ricco di paure ma anche con tanti momenti piacevoli come quando, grazie all’Associazione 27 giugno, Filippo ha potuto realizzare il suo sogno di andare a Legoland o quando hanno fatto in modo che lui potesse trasformarsi in un piccolo chirurgo e per due ore un medico è stato a sua disposizione per fargli vedere come funziona il robot Da Vinci al S.Chiara e ha risposto ad ogni sua domanda».

A distanza di dieci mesi Stefania sa di essere una donna e mamma diversa. Questo per lei e la famiglia sarà il primo Natale senza Filippo. Non sarà facile, ma sa anche che Filippo non la vorrebbe vedere triste. «Io non ho rimpianti. So che abbiamo fatto tutto quanto potevamo fare. Sono contenta di aver goduto di ogni attimo. A volte ci si lamenta per nulla, si è sempre di corsa ma una malattia come quella di Filippo ti costringe a fermarti, a capire le vere priorità. Nonostante tutto la vita va vissuta con il sorriso anche nei momenti peggiori, perché va sempre trovato il lato positivo. In questo Filippo era eccezionale. Quando è arrivata la diagnosi per me è come se si fosse girata una clessidra. Sapevo che il tempo era tiranno ma non ho voluto perdere nemmeno un momento. A volte si è così presi dalla terapia e dall’angoscia che si perdono anche i momenti belli. Io dico a tutti: ogni momento è prezioso. Guardate sempre al presente, senza lasciarvi prendere dall’angoscia del domani perché il presente è l’unica certezza. Le paure non devono mai prendere il sopravvento anche perché ogni storia e ogni situazione può evolversi in maniera diversa».

Ora l’energia positiva che Stefania ha saputo trarre dal quel periodo tanto doloroso la vuole mettere a disposizione degli altri. «Ho voglia e il bisogno di fare qualcosa di buono per gli altri in modo da dare anche un senso a un qualcosa che altrimenti senso non ha. Io avrò sempre nel cuore la domanda del perché è successo, ma so anche che nulla avviene per caso e bisogna trovare in ogni cosa qualcosa di positivo».
Stefania sta frequentando la scuola di Oss e già a gennaio effettuerà il periodo di tirocinio in ospedale. Prima lavorava come commessa in centro, ora ha deciso che la sua mission è un’altra. «Dopo un’esperienza come quella che ho vissuto non avrebbe avuto senso continuare a fare quello che facevo prima. Il progetto di lavorare con chi è in difficoltà ha in sé tre obiettivi: so che Filippo sarà orgoglioso di me, io sarò più serena e avere un sogno da realizzare mi permette di vivere meglio. Forse la felicità è un qualcosa difficile da raggiungere, ma la serenità è ancora possibile».

Stefania parla di Filippo a ruota libera sempre con il sorriso sulle labbra e si accavallano i ricordi di un anno vissuto intensamente. «Io sono l’esempio di come la cura a volte possa fallire, ma non voglio che nessuno dica che è stato fatto tutto per niente. Prendersi cura delle persone in difficoltà o malate è qualcosa di importante al di là di come vanno le cose. Questo voglio dirlo ai tanti familiari che a Protonterapia e in altri reparti stanno ancora lottando. Per Filippo abbiamo fatto tutto il possibile per farlo vivere sereno. Ricordo uno degli ultimi giorni. Faceva fatica a respirare e a tenere gli occhi aperti. Gli ho chiesto se potevo fare qualcosa per lui. Lui mi ha risposto: “No mamma ho tutto”. Tutto per lui eravamo noi».

Sul braccio mamma Stefania porta tatuata una scritta: ti voglio bene mamma. «L’aveva scritto su un foglio Filippo. Io, con la stessa scrittura, me lo sono fatta tatuare sul braccio». Anche nel dimostrare affetto questo bambino si è sempre dimostrato speciale facendo sentire importante e indispensabile chi lo circondava anche quando gli altri si sentivano impotenti.

Nei prossimi giorni Filippo rivivrà anche alla scuola che ha frequentato. Hanno organizzato un mercatino e il suo ricordo rivive anche nell’albero che stato piantato proprio in occasione del funerale. Un pioppo sotto il quale i bambini hanno messo tanti pensieri per lui. «Ogni giorno vado sul cimitero a trovarlo e ogni tanto trovo ancora qualche biglietto per lui. Ancora una volta sento che Filippo è lì con me e se riesco a sorridere pensando a lui è anche grazie a questo».

Ieri, nel reparto di Protonterapia, c’è stata una festicciola di Natale tra pazienti, familiari e il personale. Stefania è tornata. «Lì ho incontrato tante belle persone ed entrare in quel luogo non mi mette angoscia. Mi sembra ancora di vederlo e sentirlo perché io so che lui c’è. Continua a vivere. La fede mi ha aiutato molto. So che un giorno lo reincontrerò e ci riabbracceremo. Intanto vivo la mia vita godendo di ogni attimo. Lo devo alla famiglia. Lo devo a Filippo».

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