Tre milioni di mc di schianti Ci sono ancora 15 sfollati

di Andrea Bergamo

Il lavoro di squadra e la tenacia dei trentini hanno consentito al territorio di rialzarsi dopo la ferita inferta dal maltempo. A un mese da quei terribili tre giorni di pioggia e vento che hanno causato frane, crolli e colate di detriti in diversi territori, i settori economici interessati continuano ad aggiornare la stima dei danni, mentre proseguono i lavori di sistemazione delle aree più colpite per permettere la puntuale apertura della stagione turistica invernale secondo i programmi. Intanto, oggi riaprirà il museo all’aperto di Arte Sella.

SFOLLATI

Sono ancora una quindicina i residenti di Dimaro che non possono rientrare nelle loro abitazioni, secondo quanto fa sapere il Comune. Si tratta di quanti abitano nelle palazzine danneggiate dalle frane che si sono staccate dalla valle del rio Rotian. La maggior parte di queste persone ha trovato una sistemazione da amici e parenti, mentre per quattro nuclei familiari è in fase di definizione una soluzione. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Lazzaroni aveva pubblicato un avviso di disponibilità: gli appartamenti saranno presto consegnati agli sfollati.

Proseguono invece i lavori di pulizia nell’area del campeggio sommerso da fango e detriti, con l’obiettivo di completare le operazioni entro l’8 dicembre. La zona sta recuperando un aspetto meno drammatico rispetto alle settimane scorse. Non sarà dunque necessario procedere all’installazione di barriere da installare lungo la statale per contrastare il fenomeno del turismo dei selfie del dolore.

LEGNAME

Proseguono sopralluoghi e operazioni di recupero degli alberi crollati per la furia del maltempo. L’aggiornamento della stima del danni porta a quota 3 milioni di metri cubi il quantitativo del legname che andrà recuperato nei boschi per essere poi immesso sul mercato. Per affrontare la questione ieri si sono riuniti gli enti interessati alla questione per affrontare in maniera unitaria la questione. Al tavolo erano presenti rappresentanti di Provincia, Enti locali e Asuc, che hanno messo in luce alcune criticità per individuare soluzioni condivise sugli aspetti legati al recupero delle piante e alla vendita. Così è stata definita una strategia di carattere generale.

«L’obiettivo è quello di combinare la duplice esigenza di garantire la rimozione delle piante crollate in tempi ragionevolmente contenuti e, allo stesso tempo, di dilazionare la vendita del materiale legnoso in un arco di tempo più lungo per evitare di incidere (per quanto possibile) in maniera negativa sui prezzi» riferisce il dirigente del Dipartimento territorio e foreste Romano Masè. I tempi sono definiti dall’ordinanza della Protezione civile: due anni per completare l’opera di recupero del materiale. L’approccio alla questione - evidenzia Masè - dovrà necessariamente essere molto flessibile: «Per quanto possibile, una quota del materiale sarà stoccato in alcune aree di deposito che saranno individuate dai territori interessati, in modo da poter vendere il legname anche successivamente ai due anni». Si parla di piazzali che saranno messi a disposizione dagli enti locali. Alla Provincia sarà riservato un ruolo di regia, che non adotterà un approccio vincolistico nemmeno sul fronte della vendita graduale: «È importante fare affidamento sul senso di responsabilità». L’intenzione è anche quella di valorizzare la filiera trentina, dalle imprese di trasformazione a quello di utilizzazione, senza dover adottare un approccio protezionistico: «Immettendo il materiale sul mercato in modo graduale, si terrà conto della capacità di assorbimento delle aziende locali, senza deprimere i prezzi».

TURISMO

Le strutture alberghiere sono pronte ad affrontare l’arrivo degli ospiti per il via alla stagione invernale. «La protezione civile e la preziosa azione dei volontari è stata impeccabile, tanto che i territori sono oggi assolutamente accoglienti» evidenzia il numero uno dell’Asat Giovanni Battaiola, che evidenzia come sarà garantita l’apertura degli impianti sciistici. Qualche problema in più emerge sul fronte delle strade forestali e dei sentieri: «Il lavoro di ripristino è comprensibilmente complicato e dunque l’auspicio è che tornino ad essere frequentabili in vista dell’estate, mentre il core business invernale è ancora rappresentato dallo sci».
Il maltempo ha anche causato danni milionari alle strutture ricettive. La raccolta dei dati è stata affidata ai Comuni: «Non disponiamo ancora dei dati definitivi, ma si stimano danni nell’ordine di qualche milione di euro». I danni riportati dalle strutture riguardano principalmente allagamenti e scoperchiamenti; le zone più colpite sono: val di Sole con il campeggio di Dimaro distrutto, Valsugana e valli di Fiemme e Fassa. «Apprezziamo l’approccio adottato dalla Provincia, che ha adottato un metodo veloce per la raccolta dei dati sui danni ai privati. La richiesta è che sul fronte dei risarcimenti si tenga conto anche dei mancati guadagni». Apprezzato il lavoro di Trentino Marketing, che sul fronte della comunicazione non si è focalizzato troppo sul dramma avvenuto: «Un conto è la cronaca e un altro la promozione».

IMPIANTI

Salgono a quota tre milioni i danni registrati dagli impiantisti in seguito a crolli di alberi sui cavi, frane e schede elettroniche dei cannoni da neve bruciate dalle scariche dei fulmini. Gli effetti più devastanti riguardano gli impianti di risalita degli altipiani cimbri con Lavarone, il cui comprensorio fa però riferimento al Veneto: si parla di circa un milione di euro. «Per le nostre strutture, la stima dei danni oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro» riferisce il numero uno degli impiantisti trentini Francesco Bosco, che evidenzia come quasi ovunque la situazione sia ormai tornata alla normalità. «Neve permettendo si aprirà il primo dicembre».

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