Profughi allontanati: le Acli non sono contente

«La notizia della decisione presa dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ci ha lasciato l’amaro in bocca. Si tratta di una decisione triste. Certo è vero che il “garantire una solidarietà equa e rispettosa delle normative non può ricadere solo sul Trentino” e che questo va fatto presente all’autorità nazionale, ma il metodo usato - farlo sulla pelle di alcune persone in stato di necessità - non è un metodo che possiamo certo condividere». Le Acli del Trentino, in una nota, e a giorni di distanza dai fatti, intervengono sulla vicenda dei 40 migranti pakistani, parte dei quali saranno probabilmente rimossi dalle strutture residenziali su iniziativa politica.

«Dovranno pagare il prezzo di fungere da monito per altri migranti: in Trentino non c’è posto... per eliminare qualsiasi eventuale effetto di richiamo. E sì che il Trentino è sempre stata una terra solidale, una terra accogliente e di convivenza.
Forse perchè poco più indietro, quando anche nelle nostre valli dominava la miseria, è stata terra di emigrazione», si legge ancora nella nota delle Acli. In cui si precisa che come aclisti «non possiamo che sentire dissonanti le azioni che non tengano conto della dignità della persona (al di là della provenienza) in un contesto sempre più individualistico».

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