Oggio sciopero dei medici. Paoli (Cisl): «Rischio collasso»

«Con la nuova riforma pensionistica, in tutta Italia 25mila sono i medici pronti ad andare in pensione e 9.600 sono quelli che continuano a lavorare come precari. Il tutto, in Trentino, porterà tra non molto al collasso della sanità pubblica».

A spiegarlo è Nicola Paoli, segretario generale della Cisl medici del Trentino, nell’illustrare i motivi che hanno portato alla giornata di sciopero, iniziata a mezzanotte e che terminerà nella tarda serata di oggi. Un rischio caos concreto «nonostante l’eroico gesto di tenere aperto a qualsiasi costo il punto nascita di Cavalese,con una, immaginiamo, delibera di responsabilità da parte del direttore generale dell’Azienda sanitaria, che ne risponderebbe personalmente qualora gli interventi non risultassero all’altezza,ai sensi della normativa vigente. L’attuale tenuta del sistema trentino dipende da assunzioni e turn-over: entrambe,oggi, in apnea, sono surrogati a livello ospedaliero da gettonisti esterni e formandi della Scuola di Formazione Specifica in medicina generale, nonchè da orari massacranti nelle corsie ospedaliere per i dirigenti attualmente in servizio. Il burn out, per questi ultimi, è in pericolosa e costante crescita. Se osservassimo il contratto alla lettera servirebbero negli ospedali periferici cento medici in più».

Il personale medico si asterrà dal lavoro in corsia e nelle sale operatorie garantendo solo la copertura delle urgenze.

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