Assegni falsi alla cassa rurale Smascherati e condannati

Efficienti, professionali, dediti alla loro attività. Peccato che tutti gli sforzi - compreso un viaggio dalla Campania a Riva del Garda dove avevano trovato alloggio per la  trasferta “di lavoro” in Trentino - fossero finalizzati a truffare le banche. In particolare in questo caso la Cassa rurale di Trento. Ma proprio il Trentino il terzetto è stato smascherato e processato. Ieri la Corte d’appello di Trento ha confermato le condanne inflitte ai tre imputati - Giovanni Profita (31 anni di Lusciano), Arturo Tangredi (36 anni di Aversa), Maddalena Maisto (28 anni di Giuliano in Campania) - rideterminando  la pena in 2 anni e 8 mesi contro i 3 anni del primo grado. Questo perché le difese, con gli avvocati Luigi Campone e Valentina Tomio, sono riuscite a far cadere il reato associativo.

Restano in piedi invece i reati di truffa e falso per aver confezionato falsi documenti di identità. Secondo l’accusa gli imputati erano riusciti ad acquisire da terzi assegni circolari regolarmente emessi per conto di società assicurative, ma oggetto di furto nel corso della spedizione ai legittimi beneficiari. I titoli di credito risultavano emessi in luoghi diversi (Cuneo, Roma e soprattutto Verona) ed erano stati  spediti da diverse compagnie assicurative (tra la parti lese troviamo Generali, Hdi, Axa, Cargeas, Grupama) a persone che attendevano la liqudazione di un danno.

Secondo l’accusa, gli imputati falsificavano i titoli di credito su cui inserivano false generalità al posto dei nomi dei reali beneficiari. Gli stessi imputati sarebbero riusciti anche a confezionare patenti di guida, carte di identità, persino buste paga e tesserini sanitari apparentemente genuini sui quali apponevano le proprie fotografie ma con le generalità false.

L’ultimo gradino della truffa era presentarsi in banca, aprire un conto corrente con poche decine di euro, depositare gli assegni circolari “taroccati”, infine ripresentarsi qualche giorno dopo allo sportello e incassare la somma. Secondo l’accusa gli imputati avrebbero colpito a Trento per tre volte nel giro di pochi giorni. L’ 8 giugno 2015 Profita si presentava alla Cassa rurale di Trento, filiale di via Don Sordo dove, esibendo una falsa patente di guida con le generalità di Salvatore Vitale, apriva un conto versando appena 50 euro. Il 12 giugno l’imputato tornava in banca versando due assegni circolari (risultati poi rubati e contraffatti) da 1.503 e 1.498 euro. L’imputato il 19 giugno si ripresentava allo sportello: ritirava 2.800 euro e depositava altri assegni circolari. Con  questo sistema l’uomo sarebbe riuscito a procurarsi un profitto illecito di 6.250 euro.

Il 12 giugno, sostiene l’accusa, Maddalena Maisto (con le generalità di Antonella Abbadessa) apriva con modalità analoghe un conto alla Cassa rurale, filiale di via Grazioli. Anche lei il 19 giugno tornava in banca depositando assegni circolari contraffatti.

In seguito ritirava il denaro dal conto. L’ingiusto profitto anche in questo caso sarebbe di 6.250 euro. Infine anche Tangredi avrebbe agito in maniera simile aprendo un conto negli stessi giorni alla filiale di via Santa Croce: in questo caso il “bottino” sarebbe stato di 4.000 euro.
La truffa sfruttava abilmente il fatto che la banca non veniva subito a sapere che gli assegni erano stati rubati e falsificati. Questo perché chi doveva ricevere l’assegno dall’assicurazione denunciava solo a settimane di distanza il mancato arrivo del titolo di credito. In ogni caso la Cassa rurale non ci ha rimesso denaro proprio perché l’istituto di credito è assicurato contro questo tipo di truffe.

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