Università, allarme spazi: appello del rettore per i lavori all'area Cte, studentato e Biopolo

Conclusosi il piano di ampliamento edilizio avviato una ventina di anni fa, l'Università di Trento soffre ancora per la carenza di spazi, sia nel centro storico di Trento, sia sulla collina di Povo e a Rovereto, mentre le richieste di immatricolazione da parte di studenti provenienti da ogni angolo d'Italia continuano a crescere. In occasione della 57ª cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico, tenutasi nel pomeriggio di ieri in un'aula magna del polo Paolo Prodi gremita di persone, il rettore Paolo Collini ha parlato dell'impossibilità di soddisfare le domande d'iscrizione, ed ha fatto appello agli esponenti politici locali affinché si giunga all'elaborazione di un piano di sviluppo che permetta di ampliare il numero di studenti in ingresso. Rivolgendosi direttamente al sindaco di Trento Alessandro Andreatta e al nuovo presidente della Provincia Maurizio Fugatti, seduti in sala tra il Commissario del Governo Pasquale Gioffré ed il nuovo assessore all'istruzione Mirko Bisesti, Collini ha infatti chiesto di sedersi intorno ad un tavolo per progettare il futuro dell'Ateneo, indicando quali sfide future l'avvio dei lavori nell'area del Cte (la cui inaugurazione quale polo accademico era attesa per il 2017), la realizzazione di uno studentato a Piedicastello e del «Biopolo», assieme alla creazione di nuovi spazi nell'ambito della Manifattura di Rovereto.
«L'Università di Trento - ha spiegato il rettore - non ha conosciuto il fenomeno della diminuzione delle richieste di iscrizioni registrato a livello nazionale, ma si trova in in ritardo nel progettare il proprio sviluppo futuro». Attualmente, l'università conta 11 dipartimenti e 3 centri di ateneo, per un totale di 16.277 studenti iscritti (di cui 3.203 nuove immatricolazioni) e 621 tra professori e ricercatori. Assieme agli spazi, Collini ha rilevato come il mancato turnover del personale amministrativo stia causando grossi problemi, al pari della complessità delle procedure. 
Per quanto concerne i finanziamenti, invece, il rettore ha rilevato una situazione positiva, migliore degli altri atenei italiani. L'accordo con la Provincia prevede infatti una quota minima di stanziamento pari a 110 milioni di euro l'anno, mentre i recenti riconoscimenti di eccellenza rilasciati da Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario) e da Miur hanno portato al conseguimento di un finanziamento statale di 55milioni su cinque anni.
Sul fronte della ricerca, invece, è intervenuto il neoeletto presidente del Cda Daniele Finocchiaro, il quale, riferendosi alle proposte presentate dal Coordinamento provinciale degli imprenditori, ha annunciato un impegno maggiore sul trasferimento di conoscenze e tecnologia tra ricerca e impresa.
«Il Trentino - ha concluso - è un polo di eccellenza internazionale: non cambiamo quello che funziona, ma lavoriamo per migliorare questo grande patrimonio e per agevolare l'inserimento lavorativo di laureati e dottori di ricerca».
La cerimonia è poi proseguita con l'intervento del filosofo Roberto Casati, il presidente del consiglio degli studenti Federico Crotti e il presidente di Anvur Paolo Miccoli.

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