La Chiesa trentina ha aiutato 3400 poveri

Sono 3.421 le persone in situazione di bisogno incontrate dalla Chiesa trentina attraverso Caritas diocesana e Fondazione Comunità Solidale nel corso del 2017.

Il 37% sono italiani (1.263), 14% europei provenienti per lo più dai Paesi balcanici e dell’Europa orientale. Importante la presenza di cittadini africani (36%). In particolare la cittadinanza marocchina è la più rappresentata (oltre 1 straniero su 5). Tra gli asiatici (11%), la maggior parte sono pachistani.

I dati sono contenuti nel decimo «Rapporto sulle povertà» (dal titolo «Volti di comunità»), illustrato oggi a Trento al Polo culturale Vigilianum, a due giorni dalla Giornata mondiale dei poveri sul tema «Gridare, rispondere, liberare».

I numeri evidenziano un trend in aumento rispetto al numero di persone incontrate nel 2016 (+4,3%) anche collegato all’incremento e alla diversificazione dei servizi, dati dalla costituzione di due nuove aree migranti e lavoro e dall’apertura di alcuni nuovi Centri di ascolto sul territorio.

Alla presentazione sono intervenuti l’arcivescovo Lauro Tisi, don Cristiano Bettega, delegato dell’Area testimonianza e impegno sociale della Diocesi e Paolo Molinari, sociologo e ricercatore dell’Ires, l’Istituto ricerche economiche e sociali con sede nel Friuli Venezia Giulia.

Il Rapporto di quest’anno sottolinea, in particolare, tre tematiche prioritarie in relazione a bisogni e fragilità vissute dalle persone, spesso in grave emarginazione. La prima, legata agli interventi economici e all’accompagnamento alla gestione del denaro, non è nuova, ma è un bisogno che appare sempre più variegato e trasversale e chiama in causa singoli, famiglie, giovani e meno giovani.

La seconda, relativa ai richiedenti protezione internazionale è di estrema attualità e coinvolge persone e famiglie accolte attraverso programmi di accoglienza per richiedenti asilo e corridoi umanitari. Infine, il Rapporto parla di percorsi di riacquisizione di residenza per persone senza dimora, «per le quali tornare a godere di un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti può ricostruire esistenze e ridare dignità».

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