Fiemme e Fassa: niente luce e riscaldamento Alberi caduti come birilli

di Patrizia Todesco

Niente luce, niente riscaldamento per chi non ha la fortuna di avere una stufa a legna, niente tv e radio. Per 24 ore la Val di Fassa è rimasta «disconnessa» dal mondo, con il rumore dell'acqua che si scaglia sulle finestre, con la vista delle strade che diventano fiumi e i pendii delle montagne spelacchiati per i migliaia di alberi caduti.

Situazione analoga in Val di Fiemme dove ci sono state interruzioni di elettricità e gas. Cavalese e altri paesi, inoltre, sono rimasti senz'acqua potabile a causa di un problema all'acquedotto. Disagi anche per la viabilità. Riaperto in mattinata passo San Lugano, la situazione più difficile è stata registrata tra Predazzo e Moena dove sulla statale sono caduti molti alberi e i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte e tutto il giorno per liberare la strada e riaprirla al traffico in serata.
Isolata anche Bellamonte sia verso passo Rolle che verso Predazzo. «Non c'è la luce, sono cadute tante piante, qualche ruscello straripa ma siamo tutti a casa», spiega una residente.

Sono migliaia gli alberi che sono caduti in tutta la valle, soprattutto intorno a Predazzo, ma anche a Tesero, Moena e in tutta la zona. Ovunque sembra un cimitero di tronchi venuti giù come birilli.
Il crollo del ponte della cascata di Cavalese, già precedentemente chiuso per sicurezza, e altri smottamenti hanno compromesso la rete del metano che fornisce la valle, nonché creato problemi all'acquedotto tanto che il sindaco ha diffuso un'ordinanza che vieta l'utilizzo dell'acqua se non dopo bollitura. Finita la grande paura che la popolazione ha vissuto nella notte tra lunedì e martedì, ora resta la preoccupazione per il freddo e per i servizi non ancora ripristinati.

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