Sait, operai in sciopero e negozi chiusi Proteste per la disdetta del contratto integrativo

Un centinaio di lavoratori stanno protestando in questo momento davanti alla Coop di Corso III Novembre, a Trento, contro la disdetta del contratto integrativo.

Sono partiti da piazza Lodron in corteo per portare il proprio dissenso alle scelte di Sait e ora parlano con gli avventori che arrivano per fare la spesa, spiegando le proprie ragioni e chiedendo solidarietà.

In mattinata è arrivato anche il segretario regionale della Lega Nord Mirko Bisesti a portare solidarietà ai lavoratori in sciopero.

 

La protesta

Quattro punti vendita chiusi a Trento (Piazza Lodron, via Grazioli, Ravina e Madonna Bianca), due a Rovereto (Via Mazzini e Largo Nazario Sauro) e saracinesca abbassata anche a Borgo Valsugana. Braccia incrociate anche per buona parte dei lavoratori del magazzino centrale e dell'amministrazione. Ha superato il 70%, secondo i sindacati, l'adesione dei dipendenti del Sait allo sciopero di ieri indetto a seguito della disdetta unilaterale, giunta a fine settembre da parte dell'azienda, del contratto integrativo. Per oggi è stata proclamata una nuova astensione, sulla scorta dell'esito dell'incontro svoltosi ieri mattina tra le sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, e i vertici del consorzio. Il picchetto dei lavoratori è iniziato all'alba, intorno alle 6, davanti ai cancelli della sede di via Innsbruck. Circa duecento persone tra dipendenti dei negozi e della sede centrale, armati di bandiere e cartelloni, hanno quindi espresso la propria contrarietà alle misure annunciate dall'azienda, che, in particolare, per i 480 dipendenti coinvolti, intende legare tutti i 3.000 euro di premi, previsti annualmente per ogni lavoratore, a obiettivi aziendali e individuali che toccano le malattie, le ferie, il lavoro domenicale, per il quale si propongono 25 domeniche obbligatorie l'anno. «La portata, solo dal punto di vista economico, è di circa 3000 euro annui», ragiona il segretario regionale della Fiscascat Lamberto Avanzo. «Dopo quello che è accaduto con gli 80 licenziamenti di aprile, con un risparmio per l'azienda di oltre 2 milioni di euro, questo ci pare davvero troppo». «La questione della quota variabile è molto semplice - aggiunge il segretario della Uiltucs Walter Largher - e vuol dire, per un lavoratore, che se non vengono raggiunti determinati obiettivi, quei 3.000 euro annui possono anche essere zero. Per noi questo non è accettabile e chiediamo la conferma dei premi fissi». Roland Caramelle, segretario della Filcams, rilancia: «Qui parliamo di gettare alle ortiche oltre 50 anni di contrattazione, significherebbe oltre 2.700 euro anno di perdita economica per ciascun lavoratore e una serie di diritti normativi consistenti che andrebbero in fumo. Non si può abbassare l'asticella rispetto a quello che è previsto nell'integrativo: quello che prospetta l'azienda è un fortissimo peggioramento delle condizioni. Sait parla di indici di premialità, noi invece diciamo che dopo gli ottanta licenziamenti di aprile, da parte dell'azienda non ci sono stati segnali di investimenti, ma solo un collezionare situazioni disastrose. Un esempio su tutti è Coop Alto Garda, dove da tempo i dipendenti hanno perso l'integrativo. La concorrenza intanto si muove - ammonisce Caramelle - e loro sono assolutamente fermi». Al fianco dei lavoratori si è inoltre schierato anche Liberi e Uguali, con Renata Attolini presente in via Innsbruck per portare solidarietà: «Confermiamo il sostegno alla lotta dei lavoratori Sait, contro un'azione sistematica che, a partire dai licenziamenti, sta disgregando il contratto integrativo e cancellando cinquant'anni di legittime lotte sindacali». Alle nove in punto i tre rappresentanti dei sindacati vengono ricevuti dal presidente Renato Dalpalù e dal direttore generale Luca Picciarelli. Ma intorno alle 11 il tavolo si chiude con un esito che le tre sigle non ritengono per nulla positivo: «Sulla parte normativa si parla di modificare minime virgole - racconta Caramelle a margine dell'incontro - ma sulla parte economica l'azienda tira dritto e non intende abbandonare l'idea della premialità variabile. A noi non resta che continuare con la protesta». I manifestanti si sono quindi spostati davanti al negozio di piazza General Cantore. Ancora cartelloni e slogan, ma con lo sguardo già alla giornata odierna, dove è previsto un sit- in itinerante nei vari punti vendita del capoluogo, con partenza da piazza Lodron alle ore 8.30. A Rovereto, alla stessa ora, si terrà un nuovo presidio davanti alla coop di viale Trento.

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