Piccoli segnali di ripresa in edilizia Ma i livelli precrisi sono ancora lontani

di Nicola Maschio

Una crisi perdurante quella del settore edile, con conseguente ingente perdita dell'occupazione. Questo quanto emerso nel corso del XIXesimo Congresso Fillea Cgil, tenutosi ieri alla sede Centrofor. Nonostante la drammatica situazione generale, uno spiraglio di positività si è intravisto con la riconferma, da parte del neo-eletto direttivo, della segretaria generale uscente del sindacato Sandra Ferrari. Sua infatti la relazione sull'ultimo biennio di attività, con dati che purtroppo evidenziano le già citate difficoltà nella totalità del campo edile.

Al fianco del calo occupazionale, ha sottolineato Ferrari nel suo report, si è purtroppo assistito a «molti casi di rinunce spontanee da parte di tanti lavoratori ai loro diritti contrattuali e di legge». Il tutto dovuto ad un momento storico di grande trasformazione, all'interno di un contesto europeo dove il lavoro scarseggia e, una volta trovato, viene comunque offerto in condizioni peggiori rispetto al passato. «Questo congresso è quello «dell'ascolto», e noi lo abbiamo sempre fatto in ogni occasione in cui ci siamo confrontati con i lavoratori - ha evidenziato la segretaria generale. - Non possiamo negare che, ad oggi, vi sia comunque una ripresa economica. Tuttavia, questo miglioramento sta avvenendo con investimenti rivolti alla tecnologia e dunque dimenticandosi del fattore umano. Ma noi siamo qui per tutelare i lavoratori in carne ed ossa, ragionando sui loro bisogni e problemi per stabilire gli obiettivi ed i programmi della Fillea nei prossimi anni. La crisi c'è ed è forte, ma questo non ci impedisce di agire e continuare a progettare un futuro migliore per noi stessi e per i nostri figli».

In Provincia di Trento i dati parlano chiaro: tra il 2007 (l'ultimo anno prima della crisi) ed il 2016 il numero di lavoratori nel settore delle costruzioni è passato da 17.800 a 9.203. Le ore lavorate riflettono queste difficoltà, dato che in otto anni sono passate da circa 19 milioni a soli 6,9 milioni. E nonostante ci sia stato un piccolo aumento delle ore ordinarie, un +1,20% nel 2017-2018 rispetto al 2016-2017, il settore è ancora fortemente ancorato a numerose problematiche. Ancora, desta preoccupazione il lavoro irregolare (ben 152 casi segnalati dall'Inps), in forte aumento anche in Trentino con i sindacati che più volte hanno segnalato numerosi casi agli ispettori competenti. Infine, in aumento anche gli infortuni in particolar modo nell'artigianato (+5,68%, da 722 nel 2016 a 763 nel 2017) e nell'industria (+4,98%, dai 1.264 del 2016 ai 1.327 nel 2017), anche se quelli con esito mortale sono diminuiti (12 nel 2016 e 7 nel 2017). «Notiamo però che fra le aziende del settore edile c'è una leggera ripresa del lavoro legata agli appalti pubblici, cosi come a qualche ristrutturazione che consente di mantenere l'occupazione abbastanza stabile - ha concluso Sandra Ferrari. - Un altro aspetto sul quale investire viste le sue enormi potenzialità è decisamente quello del legno, che in un anno può generare fino a 700 milioni di fatturato grazie ad 883 aziende e 3.589 addetti. Relativamente al porfido invece, con 80 cave e circa 700 addetti, riteniamo giusto che vengano penalizzati coloro che non rispettano le norme di sicurezza e che i Comuni tengano conto delle compatibilità economiche della crisi di settore».

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