TTruffa sulle valute, bruciati 72 milioni Colpiti almeno una cinquantina di trentini

Quattordici risparmiatori trentini che hanno già presentato denuncia, ma non meno di 50 in totale, hanno perso complessivamente oltre 1 milione di euro per essersi fidati a investire i loro soldi sulla piattaforma on line della società Venice Forex Investment, che faceva capo al trader veneto Fabio Gaiatto. Come ha accertato la Guardia di Finanza di Venezia, che l’11 settembre scorso su mandato del Gip di Pordenone ha arrestato Gaiatto e cinque suoi complici, il meccanismo truffaldino consisteva nell’offerta di investimenti ad altissimo e immediato rendimento nel forex, il mercato per il trading sulle valute. Un sistema che richiama il cosiddetto «schema Ponzi», dove i primi investitori ricevono effettivamente gli elevati rendimenti attesi, attirando nella rete gli altri, che invece restano col cerino in mano. Venice Investments ha raccolto abusivamente 72,3 milioni da circa 3.000 risparmiatori per lo più del Nord Est.

Qualche giorno fa il Tribunale del riesame di Venezia ha confermato il carcere per Gaiatto e gli arresti domiciliari per la sua compagna Najima Romani. Con loro restano indagate altre 15 persone. I reati contestati nell’inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica di Pordenone e condotta dagli investigatori del gruppo della Guardia di Finanza di Portogruaro sono quelli di associazione a delinquere, truffa aggravata, esercizio abusivo di attività di gestione del risparmio, autoriciclaggio. Gaiatto, 43 anni, ha un passato di direttore d’albergo in un hotel del Trentino. Da fine 2015 si è lanciato nell’avventura finanziaria.

Per aggirare i controlli delle Autorità di vigilanza, Gaiatto e soci si sono avvalsi di una serie di società estere con sede in Slovenia, Croazia, Gran Bretagna, grazie alle quali, tra l’altro, è stato aggirato il divieto all’esercizio dell’attività di raccolta finanziaria già imposto dalla Consob nel 2016 al principale artefice della truffa. In particolare, era slovena la Venice Forex Investment doo (doo è l’abbreviazione di società a responsabilità limitata), poi divenuta Venice Investment doo, mentre aveva sede in Croazia l’immobiliare Studio Holding doo. Ma mentre la Consob sanzionava Gaiatto, oltre il confine la croata Zagrebacka Banka, controllata da Unicredi, e la slovena Nova Ljubljanska Banka, statale in via di privatizzazione, facevano da banche depositarie delle società finanziarie.

Secondo la procura di Pordenone e le Fiamme Gialle, i capitali raccolti da Venice Forex, invece di essere investiti, venivano in parte utilizzati per remunerare i primi investitori, a cui sarebbero stati fatti rimborsi per 28,9 milioni, ma in gran parte dirottati in conti correnti italiani e stranieri degli indagati o riciclati attraverso l’acquisto di numerosi immobili in Italia, utilizzando in particolare la Studio Holding. Al momento dell’arresto, sono stati eseguiti sequestri preventivi finalizzati alla confisca di beni e disponibilità degli indagati fino all’ammontare di 47 milioni. Gli immobili effettivamente trovati valgono 3,7 milioni. Gran parte del tesoro è ancora da trovare.
Una delle piste estere porta a Londra, dove, come emerge dal registro britannico delle imprese Company House, nel maggio 2016 Gaiatto costituiva la Venice Investment Group con un capitale di 10 milioni di sterline (più di 11 milioni di euro). Ma nell’ottobre di quell’anno azionista della società figura la Venice Investment Holding con un capitale di ben 80 milioni di sterline (91 milioni di euro). In un documento di un anno dopo, settembre 2017, il capitale di Venice Investment Group si era ridotto a una sterlina.
Nella rete dei falsi promotori sono finiti imprenditori, pensionati, lavoratori dipendenti che hanno investito i risparmi, eredità, liquidità ottenute dalla vendita di immobili e, in alcuni casi, denaro preso in prestito. I risparmiatori sono ora assistiti dallo Studio Legale Pavanetto di San Donà di Piave e dall’associazione Afue Vittime di truffe finanziarie internazionali, presieduta da Daniele Pistolesi. Quest’ultima, in particolare, ha assistito nella presentazione della denuncia 377 risparmiatori tra i quali i 14 trentini. Le azioni legali complessivamente avviate finora superano quota 600

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