Rafforzati strutture e servizi per la terapia del dolore

Consolidare l’organizzazione della rete provinciale di terapia del dolore secondo il modello «hub & spoke», in cui l’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto è il centro di primo livello e il Santa Chiara è il secondo livello. Inoltre, favorire l’accessibilità dei cittadini alla rete di terapia del dolore e la continuità di cura anche attraverso un’attività specialistica ambulatoriale, garantita presso tutti i presidi ospedalieri aziendali.

Questi i contenuti della delibera approvata ieri dalla Giunta provinciale di Trento, che - si legge in una nota della Provincia - ha rafforzato il modello organizzativo in un’ottica di umanizzazione delle cure e di centralità del paziente e della sua famiglia, nonchè di ampliamento dell’offerta di servizi sul territorio.

La rete provinciale di terapia del dolore sarà basata su due livelli di assistenza. Il primo è il livello territoriale, con ambulatori e forme associative dei medici di medicina generale e servizi a domicilio. Il secondo è invece il livello specialistico con ambulatori dedicati ad Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles e Tione, un Centro di terapia del dolore di primo livello o spoke presso a Rovereto ed un Centro di terapia del dolore di secondo livello o hub al Santa Chiara di Trento. Gli ambulatori specialistici aziendali di Borgo Valsugana e di Cles saranno organizzati su due sedi, la principale e, rispettivamente, Pergine Valsugana e Mezzolombardo.

L’attività di terapia del dolore viene inoltre garantita anche a Villa Bianca a Trento e al San Camillo. L’implementazione della rete sarà progressivo, viene infatti dato mandato all’Azienda sanitaria affinchè adotti gli atti di competenza entro 12 mesi dall’adozione del provvedimento.

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