Formigoni, pena massima e interdizione perpetua dai pubblici uffici

Condanna in Corte d'Appello

La Corte d'Appello di Milano, condannando Roberto Formigoni per il caso Maugeri al massimo della pena per corruzione, ossia 7 anni e 6 mesi, come chiesto dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal sostituto pg Vincenzo Calia, ha anche dichiarato per l'ex Governatore lombardo ed ex senatore la interdizione «in perpetuo dai pubblici uffici». Interdizione che diventerà definitiva in caso di conferma della condanna in Cassazione.   

Confermata dai giudici, inoltre, la confisca «diretta» da 6,6 milioni di euro a suo carico stabilita dal Tribunale nel dicembre del 2016. Confermata anche la provvisionale di risarcimento a favore della Regione Lombardia, parte civile, da 3 milioni di euro che era stata ascritta in primo grado a carico di Formigoni, dell'ex assessore Antonio Simone e del faccendiere Pierangelo Daccò.

La Corte, presieduta da Marina Caroselli, ha aggravato la pena anche a carico di un altro imputato, l'ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, Costantino Passerino, portandola dai 7 anni del primo grado a 7 anni e 7 mesi, come richiesto sempre dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal sostituto pg Vincenzo Calia. Un aumento di pena, tra l'altro, arrivato nonostante una parte delle imputazioni (due capi e per le condotte anteriori al novembre del 2010) per Passerino si sia prescritta.

Confermata la condanna a 3 anni e 4 mesi per l'imprenditore Carlo Farina, mentre è stata confermata anche l'assoluzione dell'ex moglie dell'ex assessore Antonio Simone, Carla Vites, ma non è stato accolto il ricorso col quale la donna chiedeva di essere assolta con formula piena, anche per 'recuperarè una casa milanese che è stata sequestrata nell'ambito delle indagini condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della Gdf.   

L'inchiesta aveva portato in primo grado a confische per un totale di quasi 70 milioni di euro, in gran parte confermate anche in appello, tenendo conto però che due degli imputati, Simone e il faccendiere Pierangelo Daccò, hanno già patteggiato uscendo dal processo di secondo grado.   

Secondo l'accusa, Formigoni avrebbe «venduto» la sua funzione di presidente della Regione in cambio di una serie di utilità, come cene, l'uso di yacht, viaggi e vacanze a cinque stelle, fino ad un totale di 6,6 milioni di euro in cambio della "copertura globale degli interessi" della Fondazione Maugeri e del San Raffaele. E dal Pirellone, infatti, sarebbero arrivate delibere di Giunta, come una legge sul no profit modificata e il riconoscimento dei fondi per le funzioni non tariffabili, per favorire i due enti con circa 200 milioni di fondi pubblici.   

Le motivazioni della sentenza arriveranno tra trenta giorni.

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