Poco personale, treni a rischio Valsugana, dipendenti in fuga

di Marica Viganò

Quattro corse dei treni lungo la linea della Valsugana rischiano oggi di saltare. Per un permesso sindacale. Il macchinista ha chiesto di poter partecipare ad un'assemblea in vista dello sciopero di domani e non c'è chi lo può sostituire. Al posto del treno, i pendolari potrebbero trovare la corriera del servizio sostitutivo. Non si tratta di cattiva organizzazione, di dipendenti assenti per ferie o in malattia, oppure di turnazione sbagliata: il problema è che manca personale. «A fronte delle quaranta assunzioni a tempo indeterminato ad inizio 2014, ben 15 tra macchinisti e capotreno si sono licenziati per passare ad aziende che offrono una retribuzione maggiore - spiega Domenico Bellocchio, delegato della Uil Trasporti, rappresentante dei lavoratori della ferrovia della Valsugana - La mancanza di organico crea questa situazione. Ed è un cane che si morde la coda: sono state fatte altre due selezioni di personale, ma per gente nuova che arriva c'è chi se ne va».  

Qualche numero. L'impianto di Trento, in base ai dati raccolti da Uil Trasporti, dovrebbe contare 18 lavoratori, ma attualmente ne ha 13; mancano dunque cinque persone. L'impianto di Bassano conta 4 dipendenti su sei posti disponibili. A Borgo non ci sono variazioni, perché alle dimissioni di un dipendente è subito seguita una nuova assunzione.  

La differenza in busta paga tra dipendenti di Trentino Trasporti per la ferrovia della Valsugana (con contratto del trasporto pubblico locale) e dipendenti di imprese ferroviarie è sostanziosa: circa 700 euro netti. Ci sono aziende, come Trenitalia ed Italotreno che garantiscono una retribuzione mensile superiore a duemila euro netti al mese. Chi lavora sui treni merci prende ancora di più. E la promessa di un guadagno maggiore spinge personale qualificato a trasferirsi anche a parecchi chilometri di distanza da casa. 
Eppure non è solo questione di soldi. «Il fattore economico è quello più penalizzante, certo, ma la gestione da parte dell'azienda potrebbe essere migliore - spiega Bellocchio - Basti pensare ai turni massacranti: ci vengono chieste fino a 12 ore lavorative, spesso con sveglia alle 3 di notte. Va comunque dato merito a Trentino Trasporti di aver garantito le ferie a tutti: nessuno è stato richiamato al lavoro. Credo che l'azienda e la Provincia debbano ora trovare un modo per fidelizzare i lavoratori, affinché non vadano a cercare altri impieghi». 

L'assessore provinciale ai trasporti, Mauro Gilmozzi, proprio oggi incontrerà le organizzazioni sindacali sul tema della ferrovia della Valsugana per rassicurarle sulle intenzioni dell'amministrazione provinciale. L'assessore, che sottolinea come in realtà le dimissioni siano nell'ordine del 25% degli assunti, non un'emorragia senza fine, confermerà il processo in atto che porterà entro il 2024 Trentino Trasporti a gestire tutte le tracce fra Trento e Bassano, oggi divise a metà con Trenitalia. È chiaro che nell'ambito di questo processo di acquisizione il personale di ferroviario della società trentina dovrà avere dei «ritocchi», tenuto conto che ad oggi ci sono differenze con Trenitalia ma ci sono anche lievi differenze rispetto a chi opera sulla Trento-Malè per una conformazione particolare dei turni che prevedono meno indennità di trasferta.

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