Sanità, inchiesta chiusa: 3 indagati Appalto ad Unifarm, ipotesi di turbativa

di Flavia Pedrini

Mentre si registra il primo patteggiamento nell'inchiesta sul sistema di gare pilotate e tangenti della sanità altoatesina, anche il filone trentino, che si muoveva su una ipotesi di turbativa d'asta, si è chiuso. Nei giorni scorsi i pubblici ministeri Alessandra Liverani e Carmine Russo, titolari dell'indagine affidata ai carabinieri del Noe e alla squadra mobile di Trento, hanno mandato l'avviso di conclusione delle indagini. 
Nel mirino è finito l'appalto per il Servizio di stoccaggio e trasporto vaccini affidato nell'autunno 2017 ad Unifarm, la società di farmacisti del Trentino Alto Adige. Una gara che, in fase di pubblicazione dell'avviso di interesse - secondo l'accusa - sarebbe stata confezionato «su misura», per fare in modo che ad aggiudicarsela fosse Unifarm (177mila euro per due anni).  

Gli indagati
L'avviso è stato inviato a due dipendenti dell'Azienda sanitaria e ad una dirigente di Unifarm. ll primo è Giuseppe Comoretto, già direttore della Tecnostruttura area tecnica dell'Azienda sanitaria e direttore del Servizio Nuovo Polo Ospedaliero del Trentino, mentre l'altro è Domenico Lombardi, già funzionario del Servizio programmazione acquisti e logistica, che peraltro avrebbe allo stato una posizione marginale (entrambi hanno concordato di essere trasferiti in altro ufficio). La terza persona è Fernanda Visentin, direttore tecnico di Unifarm. La società, estranea alle accuse, già in febbraio aveva assicurato che l'indagata non avrebbe avuto rapporto con la pubblica amministrazione per affidamenti pubblici, in attesa che la vicenda giudiziaria fosse chiusa. 
Diciamo subito che si tratta di contestazioni tutte da dimostrare e che le difese respingono: avranno tre settimane di tempo per presentare una memoria o chiedere un interrogatorio.
Doppio filone
Il terremoto giudiziario in regione era scoppiato all'inizio dell'anno, portando all'arresto di sette persone, dopo che un imprenditore trentino era stato fermato con una mazzetta da 20 mila euro ricevuta a Roma e destinata al responsabile dell'ufficio tecnico dell'ospedale di Merano. La procura di Trento era uscita allo scoperto sabato 20 gennaio, effettuando una serie di perquisizioni sia a carico di dipendenti dell'Azienda sanitaria di Trento, alcuni indagati ed altri invece no. Alla fine, dei vari appalti finiti sotto la lente della magistratura, uno solo è quello contenuto nell'avviso di conclusione: quello per lo stoccaggio e il trasporto dei vaccini. Un servizio da assegnare con urgenza, tanto che in un primo momento l'Azienda avrebbe ipotizzato di procedere con un affidamento diretto proprio ad Unifarm (ipotesi indicata anche dalle difese), ma poi non percorribile per via degli importi necessari (sopra i 46mila euro).
La gara contestata
È il 18 luglio 2017 quando l'Azienda sanitaria pubblica sul sito l'avviso per la manifestazione di interesse, invitando le ditte a comunicare la propria disponibilità entro il 27 luglio (sotto i 15 giorni previsti dall'Anac). Nell'avviso, che porta la firma dell'ingegner Comoretto, viene inoltre precisato che le scorte dei vaccini occupano un volume di circa 60 metri cubi e che viene richiesta una disponibilità di adeguata sede per lo stoccaggio dei vaccini entro un raggio di 50 chilometri dal centro della città, con il monitoriaggio h24 delle celle frigorifere. 
I requisiti richiesti
È proprio sui requisiti indicati nell'avviso che, nella prospettazione dell'accusa, si fonda l'ipotesi di turbativa d'asta. Gli investigatori, forte delle intercettazioni ambientali - e in particolare di una «cimice» piazzata nell'ufficio di Comoretto - ritengono che le parti si siano accordate per fare in modo che Unifarm fosse l'unica in grado di soddisfare i requisiti richiesti. Accordi che sarebbero stati presi in particolare in occasione di un incontro avvenuto il 4 luglio 2017. A patire dall'indicazione degli spazi: 60 metri cubi e non 40, come ipotizzato in un primo momento. Un valore, il secondo, che avrebbe lasciato spazio anche ad altre società. Ma, sempre secondo l'accusa, durante questo colloquio, il dirigente avrebbe anche insistito sulla necessità di mantenere la gara sotto il 190.000 euro, per evitare di dovere procedere con una gara europea. 
L'assegnazione biennale: 177mila euro
Unifarm è l'unica ditta a dirsi disponibile al servizio e il 9 agosto 2017 viene invitata ad inviare l'offerta migliore. Cosa che fa alla vigilia di ferragosto: 189mila euro (più iva), per l'affidamento biennale del servizio. A questa - il 30 agosto - segue una seconda offerta, a fronte della ridefinizione di alcuni servizi: 177mila euro, più iva. Un'offerta che viale Verona ritiene congrua: con una determinazione del 20 settembre 2017, dunque, viene formalizzato l'affidamento del servizio per un biennio a 177mila euro (più Iva) con fatturazione mensile.

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