Noi, loro e l'Alzheimer: un festival per capire

Tre giorni di festa per infrangere le barriere che separano le persone con disabilità di carattere intellettivo e relazionale dal resto della società, per rendere nuovamente protagonista chi si è ritirato dopo la comparsa di una malattia degenerativa e per dimostrare una nuova sensibilità nei confronti di tutti i cittadini che quotidianamente e silenziosamente prestano cura a famigliari, conoscenti o amici in difficoltà. 
Dopo il successo riscosso lo scorso anno sul lago di Varese, l'«Alzheimer Fest!» approda da giovedì a domenica a Levico, in un'edizione completamente rinnovata e calibrata per accogliere le esigenze di tutti che vede la partecipazione di moltissime associazioni locali e nazionali che operano nel settore delle demenze. 
L'iniziativa, nata dall'intuizione del giornalista del Corriere della Sera Michele Farina, che ha inteso riassumere in un unico grande evento tutte le azioni e le pratiche di assistenza e cura non farmacologica diffuse sul territorio nazionale, si propone quale occasione per confrontarsi con una realtà di sovente nascosta, malgrado coinvolga centinaia di migliaia di persone in tutta la penisola. Il festival vuole essere inoltre un'opportunità unica per informarsi su una malattia, l'Alzheimer-Perusini, attraverso la presenza di medici, ricercatori e esperti provenienti da tutta Italia.
«L'idea alla base dell'evento - dice Farina, che ha raccontato la sua personale esperienza con la malattia che ha colpito la madre nel libro "Quando andiamo a casa?" - è semplice: riunire tutte le esperienze di cura presenti in Italia, troppo spesso mantenute sottotraccia oppure conosciute unicamente dagli addetti ai lavori, riunendo associazioni, famiglie, operatori e cittadini. Dato che l'l'Alzheimer, quale malattia dal decorso molto lungo, è spesso accompagnato da angoscia, difficoltà nel mantenere le relazioni sociali, tristezza e disperazione, noi ci proponiamo di dare vita ad una festa, un'iniziativa apparentemente paradossale in cui vogliamo di far capire come queste persone non debbano solo essere intese come oggetto di cura, ma quali veri e propri soggetti della nostra società».
Il lavoro che ha reso possibile l'organizzazione del festival, che vede la partecipazione attiva di oltre mille volontari, ha preso il via quasi nove mesi fa, attraverso il coinvolgimento della rete associativa locale coordinata dal Tavolo di monitoraggio del piano provinciale per le demenze. In questo lasso di tempo, sono state portate avanti diverse iniziative di avvicinamento al festival, che hanno visto la partecipazione di numerosi centri di cura territoriali. «Esiste - chiosa Farina al riguardo - un mondo associativo straordinario introno all'Alzheimer, fatto di persone che ogni giorno si occupano di garantire risposte a chi ha bisogni speciali. Del resto, con l'invecchiamento della popolazione, la malattia colpisce oggi circa 600 mila persone in Italia, mentre 1,2 milioni sono affetti da una qualche forma di demenza. Fortunatamente oggi vi è una maggiore consapevolezza rispetto al passato, ed i servizi sono molti. Tuttavia, vi è ancora poca coscienza della malattia e di cosa comporti sia per l'ammalato, sia per le persone che lo accudiscono. Ecco che la festa vuole quindi chiamare tutti ad un principio di solidarietà, garantendo allo stesso tempo una corretta informazione».

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