Aggredisce la zia 90enne dopo aver sfondato la porta

di Lorena Stablum

Se l'è cavata con qualche livido sulla fronte e sulle braccia e un bel po' di paura una novantenne di un paese dell'Alta Val di Non, che nella notte tra giovedì e venerdì è stata aggredita dal nipote di 48 anni. Intorno alle 4.30 del mattino, l'uomo, un malato psichico già segnalato ai servizi sociali e sanitari, si è introdotto a forza nell'appartamento dell'anziana signora, dove abita da sola.

Il nipote, che risiede al piano superiore della casa, le ha sfondato la porta d'entrata e gli usci delle altre stanze. La donna, quindi, è stata ferita alla fronte proprio quando l'uomo, nel buttare giù a calci la porta della stanza da letto, le ha fatto rovinare addosso l'uscio. Il nipote, tra grida e schiamazzi, ha preso la zia per un braccio e l'ha trascinata fuori a forza dall'abitazione asserendo che quella fosse casa sua. L'anziana signora, disperata, si è ritrovata in strada nel pieno della notte ancora in pigiama e, dalla casa dei vicini, ha chiamato il figlio, che abita in un paese poco lontano, che l'ha portata immediatamente al pronto soccorso di Cles dove le sono state prestate le cure. «Ha dato di matto - racconta il figlio della signora -. Ha rotto tutte le porte, le ha scardinate, ha aperto tutte le finestre e le imposte e nel farlo le ha danneggiate. Ha staccato tutti i telefoni e ha preso le chiavi dell'appartamento della mamma. Lei mi ha detto che erano ore che faceva baccano, gridava. Non è la prima volta che succede. Sta rovinando la vita della mia povera mamma, che non può vivere tranquilla a casa sua».

A calmare la situazione sono intervenuti i carabinieri di Romeno, al quale l'uomo è stato denunciato dalla signora e dal figlio per violazione di domicilio e lesioni. La zia e il cugino avevano già sporto denuncia una prima volta a giugno per molestie. Si è reso necessario quindi un ennesimo trattamento sanitario obbligatorio. «So che non è cattivo - continua il figlio della signora -, che è malato. Per questo voglio denunciare la mala gestione di un paziente malato lasciato da solo, abbandonato. Non c'è nessuno che si assume la responsabilità di dire che non può vivere da solo e che ha bisogno di essere seguito in un centro di salute mentale o in una struttura specializzata».

L'uomo, disoccupato, con due figli in età scolare, vive una situazione di disagio psichico ormai nota e che sfocia in vere e proprie crisi quando smette di prendere le medicine. Non è la prima volta, si diceva, infatti, che l'uomo è stato sottoposto a Tso nel corso dell'ultimo anno, anno e mezzo. Più volte, è stato portato all'ospedale di Borgo Valsugana per le cure, ma senza esito. «Anzi la situazione sta peggiorando - commenta il sindaco del Comune ove l'uomo risiede -. Lui non si rende conto di quello che fa ma finora non si era mai dimostrato aggressivo. Avrebbe bisogno di cure più importanti e continuative nel tempo. Un tribunale dovrebbe intervenire per obbligarlo a seguire delle cure più lunghe, finché lui non dimostri di stare meglio. Mi auguro che si possa trovare rimedio a questa situazione prima che possa degenerare in un fatto di cronaca drammatico».

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