I 109 trentini scomparsi nel nulla Molti sono minori, 20 casi nel 2018

di Flavia Pedrini

I freddi numeri dicono che in Trentino, dal 1974 al 30 giugno scorso, 109 persone sono scomparse. Evaporate, come in un soffio. Ma dietro i dati che emergono dalla relazione semestrale del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse c'è il dramma di decine di famiglie e la sofferenza di uomini e donne che, molto spesso, decidono di fuggire dall'abisso che li divora, diventando del fantasmi. Un fenomeno doloroso e allarmante, se si pensa che in un anno l'elenco degli scomparsi si è allungato con altri venti volti, passando dalle 89 persone indicate al 30 giugno 2017 alle attuali 109, con molti minori tra gli scomparsi, soprattutto stranieri.

Ad oggi, in Italia, le persone scomparse sono 55.949, con una netta prevalenza degli stranieri (46.368) e degli uomini (43.157). Per quanto riguarda la nostra regione, negli ultimi 44 anni le denunce di scomparsa sono state 3.093: nella maggior parte dei casi, per fortuna, le persone sono state ritrovate (2.845). Ma all'appello, in Trentino Alto Adige, mancano ancora 248 soggetti: 138 sono stranieri, mentre gli altri sono italiani. 

Passando alle fasce di età, i minori sono complessivamente 115. Di questi, solo 12 sono italiani (7 maschi e 5 femmine) e 103 stranieri (89 maschi e 14 femmine). Un fenomeno, quello dei minori scomparsi, che da anni è sotto la lente del Commissario straordinario per le persone scomparse. «Rimane "aperto" - si legge nella relazione - il problema delle fughe dai centri di accoglienza, con particolare riguardo ai minori stranieri non accompagnati che, vulnerabili tra i vulnerabili, potrebbero rappresentare una potenziale entità esposta al pericoloso fenomeno della radicalizzazione». In Italia, al 30 giugno, si contavano oltre 37mila minori stranieri scomparsi, ragazzi - viene evidenziato - che spesso fuggono dai loro Paesi e transitano in Italia, diretti però in altre zone d'Europa, ma che vanno ad ingrossare le fila di chi risulta scomparso. 

Tornando alla fotografia della nostra regione, i maggiorenni spariti in regione sono invece 109: in questo caso gli italiani rappresentano la fetta più importante (76 persone). Decisamente più contenuti gli allontanamenti non risolti di persone over 65 (24 il dato complessivo). La maggior parte delle denunce di scomparsa proviene dalla provincia di Bolzano (139), ma è il Trentino a registrare l'incremento maggiore rispetto all'estate scorsa. Se in Alto Adige il dato è pressoché stabile (al giugno 2017 erano 134), nella nostra provincia sono passati da 89 a 109. Alto il numero dei minori: 115 (68 su Bolzano), mentre i maggiorenni scomparsi sono 109.

Secondo quanto emerge dalla relazione, nella maggior parte dei casi, le scomparse vanno ricondotte ad allontanamenti volontari. Non passa giorno che, anche sui social network, non compaiano appelli di familiari o amici che, disperati, chiedono di avere notizie dei propri cari. Uomini e donne che magari spariscono all'improvviso, senza preavviso, senza avere fatto bagagli, ma che non fanno più ritorno, costringendo chi resta a giorni, mesi, ma talvolta anche anni di angosciosa attesa. Nessuna spiegazione, nessuna tomba su cui piangere. Ma negli anni non sono mancati nemmeno dei veri e propri «gialli», come il caso di una coppia di Fiavé sparita nel 2012 senza lasciare alcuna traccia.

C'è poi il doloroso capitolo dei cadaveri non identificati, corpi che da anni attendo di avere un nome. In Italia sono 883 e, 21 di questi, sono stati rinvenuti in Trentino Alto Adige: 4 recuperati da fiumi o laghi e 17 in altre circostanze. Tra le salme che attendono di essere riconosciuto ce ne sono alcune rinvenute oltre 40 anni fa: una era stata trovata nel 1969 a Racines, presso le cascate (un uomo di 40-50 anni, forse straniero), mentre nel 1972 un altro corpo era stato trovato a Vipiteno. Spesso si tratta di cadaveri in avanzato stato di composizione. Per questo sul sito del Ministero vengono indicati anche alcuni elementi che potrebbero essere utili a dare un nome al corpo, come la presenza di una tatuaggio o di una cicatrice ma anche del tipo di indumenti indossati.

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