Rinnovo del contratto sanità: salta tutto

Da una parte le sigle più rappresentative di Nursing Up e Uil minacciano mobilitazioni e vogliono maggiori attenzioni per i profili sanitari, dall'altra Cisl Fp e Fenalt criticano l'atteggiamento troppo ostile dei sindacati di maggioranza, mentre Cgil Fp si impunta a fianco dei due di maggioranza sulla distribuzione immediata dei 5 milioni di euro già a disposizione. 
Finisce quindi con posizioni ancora molto lontane, dopo appena due ore di discussione, il tavolo aperto con Apran, convocato dopo tre mesi di stop alle contrattazioni, per il rinnovo del contratto sanità, fermo da un decennio.
Sul tavolo ci sono 10 milioni di euro per una contrattazione che riguarda 7.060 dipendenti, di cui 3.884 sanitari, 2.350 addetti di personale tecnico-amministrativo e 826 Operatori socio-sanitari, per il rinnovo di un contratto fermo da un decennio. 
Due i livelli di discussione, uno di brevissimo periodo (almeno per le sigle sindacali), ovvero l'assegnazione del tesoretto di 5 milioni di euro che derivano dai risparmi che l'Azienda sanitaria ha effettuato negli ultimi anni, e uno di medio periodo ovvero il rinnovo del contratto sanità. 
Apran è arrivata al tavolo con una proposta di distribuzione delle risorse a disposizione che prevede, per questi 5 milioni di tesoretto in particolare, di finanziare la produttività del triennio 2018, 2019 e 2020. Dura l'opposizione ricevuta. Subito l'aut aut di Cesare Hoffer (Nursing Up) e Giuseppe Varagone (Uil): «Se nelle prossime settimane non saremo prioritariamente convocati per sottoscrivere un accordo per l'erogazione dei 5 milioni di risparmi aziendali tramite "una tantum" e dell'ulteriore fascia a chi ha 40 anni di servizio, mobiliteremo il personale per il giorno 11 settembre 2018». 
Si oppongono anche il segretario generale di Fp Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe e la funzionaria responsabile del settore sanità Gianna Colle : «I 5 milioni, già dei lavoratori, non possono andare nella produttività 2018. Sono soldi che sono già dei lavoratori, fanno riferimento a un periodo già passato e non possono finanziare una produttività futura. Vanno liquidati subito, con un'una tantum, in continuità con la tempistica del contratto già sottoscritto, ovvero per il periodo 2016, 2017 e 2018, e su questa proposta concordano tutte le organizzazioni sindacali». 
La Provincia su questo non ha intenzione di cedere: serve l'accordo sul contratto per sbloccare il tesoretto.
La questione di medio periodo è quella del rinnovo del contratto sanità, fermo da un decennio: «Contrariamente a quanto ci è stato proposto dall'Apran - sottolineano Nursing Up e Uil - riteniamo che i 3 milioni, lordo oneri, recentemente previsti dall'assestamento di bilancio per una positiva chiusura della contrattazione di cui sopra, debbano essere destinati prioritariamente e specificatamente alla valorizzazione e sviluppo professionale del personale assistenziale e a riconoscere allo stesso il disagio lavorativo». Una posizione che non è unanime fra le sigle sindacali. Paolo Panebianco , di Fenalt: «La proposta sul tavolo ci sembra abbastanza equilibrata, ovviamente rispetto alle risorse date perché ci sarebbero molte più cose da fare dopo dieci anni di blocco contrattuale. Sostanzialmente viene proposto un aumento di tutte le indennità, fino anche a punte del 30%. Ci sono risposte a lavoratori che aspettano da tempo, Oss compresi. La cosa che ci pare manchi sono sicuramente le competenze avanzate che sono state previste anche a livello nazionale come ipotesi e devono essere attivate. Cosa che noi potremmo fare anticipando anche i lavori del contratto nazionale che comunque le ha previste». 
Delusione sullo stallo nelle trattative per le forze sindacali della Cisl: «Chiediamo maggiore serietà e responsabilità - sottolinea il segretario della Cisl Fp Giuseppe Pallanch anche agli altri sindacati seduti intorno al tavolo. Eravamo pronti a firmare l'accordo stralcio 2016/18 per mettere un punto fermo e poi chiudere il contratto entro settembre. Invece tutto è saltato. Nonostante i tanti proclami, le sigle sindacali di maggioranza si sono messe di traverso e così ci ritroviamo a dover ricominciare dall'inizio».

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