Corte dei Conti bacchetta Maffei «Ateneo, danno per 153mila euro»

Dopo l’indagine penale anche la Corte dei Conti bussa alla porta di Rinaldo Maffei, sindaco di Nomi ed ex responsabile della Direzione patrimonio immobiliare appalti dell’ateneo trentino, e della responsabile della segreteria tecnica Lucilla Giuri, per chiedere loro un danno erariale nei confronti dell’Università degli studi di Trento di 153.579 euro. Nello specifico vengono chiesti 140 mila euro al primo come direttore e una minima parte alla segretaria che in tutta la vicenda avrebbe un ruolo marginale.

Nei giorni scorsi è stato notificato alle due parti un invito a dedurre, cioè una richiesta di spiegare i motivi che hanno portato alla scelta, contestata anche in sede penale, di frazionare i lavori di ristrutturazione della nuova sede della Direzione patrimonio immobiliare appalti (Dpia). A Maffei è stato poi contestato l’affidamento dei lavori di progettazione, direzione lavori e coordinatore di sicurezza a professionisti esterni. Lavori, questi ultimi che - secondo l’accusa - avrebbero invece potuto essere effettuati da dipendenti dell’Università.

L’istruttoria della Corte dei Conti si è basata sull’attività di indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Trento che nei mesi scorsi aveva inviato alla Procura regionale un’articolata segnalazione di danno erariale. Secondo l’accusa, l’appalto complessivo per la ristrutturazione dell’immobile di via Rosmini avrebbe dovuto essere di 850 mila euro, ma l’opera è stata invece frazionata in 29 affidamenti diretti sotto la soglia di 40 mila euro ciascuno.

Analizzando ogni singolo affidamento e facendo la somma di quanto speso complessivamente dall’Università, la Corte dei Conti contesta un danno erariale di 67.319 euro dovuto al mancato risparmio tra il congruo importo calcolato (728.501 euro) e quanto invece effettivamente pagato. A questa cifra andrebbero poi aggiunti 86.259 mila euro corrispondenti a quanto l’amministrazione ha pagato per incarichi che - sempre a detta della Guardia di finanza - i tecnici universitari avrebbero potuto e dovuto svolgere e che invece sono stati «delegati» a professionisti esterni. Nell’invito a fornire deduzioni la Corte dei conti ritiene che a Maffei vada addossato il 100% del danno derivante dall’affidamento degli incarichi di progettazione a professionisti esterni e l’80% del danno erariale conseguente al frazionamento dei lavori mentre marginale risulta quanto contestato alla segretaria Giuri alla quale la Corte ritiene doversi addebitare il 20% della maggior spesa dovuta al frazionamento.

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