Papà a casa con i figli, in un anno 780 domande Mini rivoluzione per i congedi: assegno di 700 euro

Mini rivoluzione nel sostegno ai padri che prendono congedi parentali per i figli minori (fino ai 12 anni). La giunta provinciale, ieri, ha infatti deciso di cambiare le norme e di unificare i due provvedimenti finora messi in campo: quelli di integrazione al reddito previsti nell’Intervento 15 e quelli della premialità introdotta solamente lo scorso giugno.

Il sistema della premialità, avviato un anno fa, ha visto 734 domande (che non corrispondono a 734 padri, perché una persona può presentare più domande), mentre per l’Intervento 15 sono state presentate 46 domande nel 2017 e 30 nei primi sei mesi del 2018.

Da lunedì si cambia: chi andrà ai centri per l’impiego o all’Agenzia del lavoro per presentare la domanda potrà farlo per un solo tipo di intervento che unifica, in parte modificandole, le caratteristiche dei due interventi finora in campo.
La prima novità riguarda l’importo massimo a disposizione dei padri che prendono congedo che si riduce a 700 euro al mese massimi contro i 900 euro previsti ad esempio dall’Intervento 15 in vigore fino a ieri. «I 700 euro - spiega la direttrice di Agenzia del Lavoro Antonella Chiusole - sono la media di quanto viene erogato normalmente ai padri in congedo».

Altra novità, rispetto alla premialità, poi, dove si erogavano 500 euro al mese retroattivamente e senza chiedere che contestualmente al congedo la madre fosse al lavoro, viene previsto che la domanda del nuovo aiuto si possa ottenere solo se il padre va in congedo e la madre non fa contestualmente la stessa cosa. «La ragione - spiega Chiusole - è che vogliamo che il congedo serva a un maggiore coinvolgimento dei padri, ancorché lavoratori, nella cura dei figli».
L’iniziativa presa su input di Alessandro Olivi punta a diffondere maggiormente l’utilizzo del congedo parentale anche fra i padri, oltre che fra le madri. Ciò anche al fine di favorire l’occupazione femminile e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.

L’intervento fa perno sull’Agenzia del lavoro, che può riconoscere ai papà che utilizzano, in alternativa alla mamma lavoratrice, il congedo parentale, un sostegno economico pari a 350 euro ogni 15 giorni continuativi di congedo fruito, per un massimo di quattro mesi (120 giorni): «È una battaglia di civiltà ma anche un aiuto concreto che diamo ai genitori - sottolinea Olivi - In Italia, come avviene da tempo nei paesi dell’Europa del Nord, deve diffondersi una cultura della genitorialità che preveda, ove opportuno, una diversa distribuzione delle responsabilità lavorative e di cura. ma soprattutto, con questa novità noi intendiamo i sostenere le madri che lavorano, agevolando al tempo stessi i padri che si rendono disponibili a “staccare” per un periodo, anche più frazionato rispetto a quanto stabiliva la misura precedente. Più madri al lavoro, quindi, e più padri con i figli: almeno per 15 giorni continuativi di congedo, come abbiamo stabilito con la decisione di oggi, e fino al compimento del dodicesimo anni di età del bambino».


 

La nuova disciplina sul sostegno ai papà che prendono congedo sostituisce le due misure in vigore precedentemente. Con la nuova normativa si riduce il periodo minimo di congedo per avere l’aiuto a 15 giorni (erano 30), con un aiuto che va fino a un massimo di 4 mesi per figlio. La cifra corrisposta al genitore è forfettaria.

L’Agenzia del lavoro può riconoscere ai papà che utilizzano, in alternativa alla mamma lavoratrice, il congedo parentale, un sostegno economico pari a 350 euro ogni 15 giorni continuativi di congedo fruito, per un massimo di quattro mesi per figlio. I contributi sono cumulabili con analoghe agevolazioni previste dalla normativa nazionale. Nel caso in cui la madre sia lavoratrice autonoma, il sostegno economico è riconosciuto anche durante il periodo in cui la madre beneficia dell’indennità di maternità. Destinatari sono i papà con impegni di cura e di assistenza nei confronti di figli con meno di 12 anni residenti in provincia e occupati con contratto di lavoro subordinato presso un datore di lavoro privato o pubblico o residenti al di fuori della provincia, ma occupati in un’unità produttiva localizzata in provincia con contratto di lavoro subordinato presso un datore di lavoro privato o pubblico.

Per il periodo nel quale è fatta richiesta di congedo parentale la mamma può essere lavoratrice autonoma oppure occupata con contratto di lavoro subordinato anche part-time, di somministrazione o a chiamata. Il sostegno economico non è concesso se la mamma lavoratrice con rapporto di lavoro subordinato sia assente dal lavoro per astensione anticipata obbligatoria, astensione obbligatoria o congedo parentale. Per ottenere l’aiuto va presentata domanda all’Agenzia del lavoro entro 60 giorni dal giorno successivo alla conclusione del periodo di congedo parentale.

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