La Sat: «No a escursioni mordi e fuggi, pericolose»

«L'escursionismo mordi e fuggi è una minaccia, soprattutto per gli stessi fruitori della montagna che mettono a repentaglio la loro sicurezza». L'allarme arriva dalla Sat, che ha dato voce attraverso una nota ai timori evidenziati da numerosi rifugisti in questi primi giorni di apertura delle strutture in quota. 

«Si sta sempre più consolidando un modo di andare in montagna che crea sempre più apprensione, affrontando arrampicate ed escursioni impegnative, concludendo il tutto nell'arco di una sola giornata». Un approccio che ha secondo la Sat «severe controindicazioni dal punto di vista della sicurezza: in molti si credono degli highlander, salendo nelle vallate dopo qualche ora di auto per portarsi all'attacco delle pareti o ai piedi di attraversamenti impegnativi magari con il sole già alto. Si arriva così in parete, o in quota, con molto ritardo». 

I rifugisti ricordano dunque l'adagio dei vecchi montanari, secondo cui per il primo pomeriggio l'escursionista avveduto deve essere già a casa. O quantomeno al sicuro in un rifugio. Oggi spesso non è così e «questo fa sì che quando si deve affrontare la discesa si è ormai esausti e costretti ad una lotta contro il tempo, con la percentuale di incidenti dovuti appunto a stanchezza, mancanza di concentrazione e fretta che sta aumentando considerevolmente». 

Per i percorsi più impegnativi sarebbe consigliabile raggiungere le strutture in quota con un giorno d'anticipo, ricorda la Sat: «Fino a qualche anno fa, chi voleva affrontare percorsi impegnativi saliva nel primo pomeriggio del giorno prima al rifugio per una fase notturna di acclimatamento ed un giusto riposo, con meno dislivello, già coperto, alle spalle. Questa modalità di andare in montagna fa parte di un bagaglio culturale che si è perso, ma che andrebbe ripreso e riproposto con convinzione. I rifugi sono stati costruiti come presidi in vicinanza delle principali ascensioni alpinistiche, non certo perché piacevano delle strutture d'alta quota. Utilizzare il rifugio alpinistico come deve essere utilizzato - conclude la Sat - significa entrare in sintonia con un ambiente che può regalare, non solo una giornate di emozioni, ma un utilissimo arricchimento personale di convivialità, di scambio e di informazioni, senza le quali all' escursione, facile o difficile che sia, manca sempre qualcosa»

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