Colpo al Magnete, sparita la cassaforte del ristorante

di Marica Viganò

È stato un colpo studiato a tavolino quello commesso da una banda di malviventi al ristorante Magnete in passaggio Disertori. L’allarme è stato messo fuori uso ed i ladri sono andati direttamente nell’ufficio in cui era custodita una cassaforte, fissata al muro. Nessuno dei vicini ha avvertito rumori strani e il titolare del ristorante, Fabrizio Libardi, si è accorto dell’accaduto al mattino, quando si è recato in ufficio. «Sono passati dal retro e hanno portato via la cassaforte. All’interno c’erano i documenti dell’attività e qualche migliaio di euro in contanti. L’impressione è che sapessero come muoversi» spiega.

L’esercizio commerciale è dotato di telecamere esterne e di allarme perimetrale. I ladri lo sapevano. Avrebbero fatto un sopralluogo nei giorni precedenti, un giro accurato nella zona del Magnete per capire quando e come agire. Il furto è avvenuto lo scorso fine settimana, probabilmente con il favore del buio, sabato o domenica notte. La scoperta dell’accaduto solo lunedì mattina. Non c’è alcun testimone e le telecamere, come detto, purtroppo non sono servite, mentre l’allarme è stato messo fuori uso. I ladri sono passati dal retro, in un’area non coperta dalla videosorveglianza.
Con arnesi da scasso hanno forzato la vetrata e si sono introdotti nel ristorante. Non hanno neppure sfiorato cibi o bevande, puntando subito all’ufficio, come dimostrano le impronte delle scarpe lasciate sul pavimento.

La cassaforte, fissata al muro con tasselli fisher, è stata prelevata e trascinata via. Per sollevarla (pesa una quarantina di chili e misura circa 50 centimetri per trenta) ci vogliono almeno due persone. Probabile che la banda fosse composta da almeno tre elementi, due impegnati nel furto ed uno all’esterno a fare da «palo». «Le uniche tracce trovate sono quelle delle scarpe. I ladri indossavano i guanti» spiega il titolare, che ha chiamato le forze dell’ordine non appena si è accorto del furto. La cassaforte, dunque, è sparita. I ladri probabimente sapevano che si poteva portare via abbastanza facilmente e hanno evitato di fare rumore con la mola a disco per aprirla sul posto.

Sempre la cassaforte era stata presa di mira lo scorso aprile da una banda che, dopo essersi infilata nel punto vendita Coop di piazzale Europa a Madonna Bianca, aveva abbattuto un muro di cartongesso pur di mettere le mani sui soldi. Pochi giorni prima i ladri erano entrati nella sede dell’Associazione famiglie tossicodipendenti in via Verruca, ed avevano agito con una mola a disco. Il tentativo di aprire l’armadietto blindato era però fallito.

A marzo la «banda della cassaforte» aveva preso di mira anche un ufficio che si occupa di pratiche assicurative, in centro, portando via alcune migliaia di euro, mentre il «colpo grosso» era stato messo a segno un paio di settimane prima negli uffici di una compagnia assicurativa, nella zona dei Solteri. Il bottino, in quel caso, era stato consistente: circa 50mila euro in contanti. Pure in quel caso, come al ristorante Magnete, i ladri erano entrati in azione nel fine settimana, ma con modalità più spregiudicate: avevano infranto una vetrata sul retro, si erano messi all’opera con una mola a disco (un vicino aveva avvertito rumori strani) e, nella fuga, avevano abbandonato sul posto un piccone ed un «piede di porco». Per i responsabili dell’agenzia assicurativa non c’erano dubbi: i malviventi sapevano in che ufficio cercare la cassaforte. Non è escluso che vi sia una regìa unica nei colpi.

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