Adunata, molestie alle donne «Solidarietà dagli alpini»

«In seguito agli episodi segnalati da alcune donne, durante l'Adunata nazionale degli Alpini a Trento, il Comitato organizzatore, a nome dell'Ana nazionale, condanna fermamente ogni atteggiamento che possa aver dato adito a situazioni spiacevoli nei loro confronti ed esprime piena solidarietà verso chiunque si sia sentita molestata o a disagio. L'Ana si dissocia totalmente da simili comportamenti, assolutamente estranei ai valori di rispetto, concordia e solidarietà che ogni giorno gli alpini evidenziano nel servizio alle loro comunità e a chiunque si rivolga a loro». Lo scrive in una nota diffusa ieri il presidente del Coa, Renato Genovese. Gli alpini, proprio quando le polemiche rimbalzate anche sui media nazionali si stavano spegnendo, hanno scelto di agire da alpini: metterci la faccia e condannare i pochi (rispetto a 600 mila persone presenti) responsabili di atti sessisti e maschilisti.

A gettare un'ombra sull'Adunata era stata una nota dell'associazione «Non una di meno»: «Siamo già state tristemente oggetto e testimoni di manifestazioni di sessismo, machismo e maschilismo: sguardi viscidi, complimenti non richiesti, fischi, palpeggiamenti e gruppi di uomini che ci accerchiano e ci impediscono di passare...».
Gli alpini condannano questi episodi senza se e senza ma:

«Il Comitato - scrive Genovese - anche a nome dell'Ana, prendendo atto di queste testimonianze, esprime totale solidarietà e vicinanza al mondo femminile, invitando chi avesse subito comportamenti offensivi o lesivi a rivolgersi alle autorità competenti, per la dovuta segnalazione o per eventuale denuncia. Questo, fermo restando il grande clima di gioia che gli alpini hanno saputo trasmettere, insieme ad un grande sentimento di pace e di fratellanza, capace di sedimentare senso di responsabilità, amicizia e condivisione. E senza scordare che un secolo di storia, dalla nascita dell'Ana nel 1919, ha sempre visto le donne al fianco degli alpini, stimate e rispettate, preziose collaboratrici dei loro impegni e dei loro successi, senza che mai gli alpini abbiano dato adito a comportamenti meritevoli di riprovazione.

Uno stile e una considerazione per il mondo femminile, che oggi vogliamo ribadire come conquista culturale appartenente al Dna alpino, sul quale non è possibile alcuno sconto».

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