Pronto soccorso, i medici sono troppo pochi Scoperte 12 mila ore, caccia a liberi professionisti

di Patrizia Todesco

Sono 12 mila le ore «scoperte» nei turni dell’area di medicina e pronto soccorso che l’Azienda sanitaria deve coprire a breve con incarichi libero professionali. Da tempo la situazione dell’area emergenza-urgenza è critica per carenza di personale, soprattutto negli ospedali periferici, e con il solo personale dipendente diventa impossibile coprire tutti i turni.

Le graduatorie delle selezioni pubbliche e del concorso di Medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza espletato nel corso degli scorsi mesi non hanno permesso di acquisire un numero sufficiente di professionisti per coprire tutte le esigenze emerse nelle varie strutture aziendali e le guardie nei periodi di affluenza turistica.

L’Azienda sanitaria fa sapere che nel corso dell’estate verrà espletato un altro concorso pubblico che è appena stato pubblicato. Ma i tempi non permettono di aspettare anche perché gli incarichi libero professionali in atto nelle aree periferiche sono in scadenza a fine mese. Da qui la necessità di avviare una selezione per la ricerca di medici disponibili a rendere prestazioni libero professionali per coprire le 12 mila ore «scoperte». Gli incarichi saranno affidati ai candidati che presenteranno il miglior curriculum a partire dal primo giugno e avranno la durata di un anno rinnovabile in caso di impossibilità di far fronte alle esigenze con le assunzioni.

Per quanto riguarda gli emolumenti che saranno corrisposti ai professionisti si parla di una cifra oraria che oscilla da 42,60 a 67,16 euro a seconda dell’anzianità professionale. La difficoltà a trovare medici per coprire i turni del pronto soccorso non è un problema solo trentino ma riguarda la sanità nazionale. È di poche settimane fa, solo per fare un esempio, il documento firmato dal Direttivo Emilia Romagna della Siemu (Società Italiana Medici e Infermieri dell’Emergenza Urgenza) nel quale veniva lanciato l’allarme sulla grave carenza degli organici del Pronto soccorso e venivano sottoposte alcune proposte per tamponare il problema. Stessa difficoltà in Sicilia dove in una mozione all’assemblea regionale siciliana viene fatto presente che «i bandi fatti dai direttori delle Asp rimangono sistematicamente inevasi perché i Pronto soccorso in questo momento sono dei posti assolutamente inospitali dove i medici e gli infermieri subiscono anche moltissime aggressioni».

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