Accattonaggio in città, c'è la linea dura Divieto assoluto di chiedere l'elemosina

Ulteriori limiti all’accattonaggio in città. La Commissione capigruppo, con l’eccezione di Antonia Romano de L’Altra Trento a sinistra, ha trovato la quadra sulla modifica del Regolamento di polizia urbana. La modifica, che dovrà essere trasformata in delibera, sarà messa ai voti in Consiglio comunale nelle prima seduta utile, probabilmente in maggio.


È stato introdotto l’articolo 85 bis («Divieto di accattonaggio») con cui si vieta «l’accattonaggio effettuato con modalità moleste ed insistenti, ovvero tali da arrecare pregiudizio alla circolazione delle persone».

Il nuovo articolo stabilisce inoltre che è sempre vietato chiedere l’elemosina praticamente ovunque: «in prossimità di uffici pubblici, di scuole di ogni ordine e grado, degli ospedali, delle case di cura, delle residenze per anziani; in prossimità dei luoghi di culto, o destinati alla memoria dei defunti; agli accessi e all’interno delle zone adibite a parcheggio; nelle aree prospicienti i pubblici servizi, gli esercizi commerciali o artigianali, nelle fiere e nei mercati; in prossimità di intersezioni stradali siano esse semaforizzate o meno o dove la questua è di intralcio alla circolazione dei veicoli privato o del servizio pubblico». Per chi sgarra, la sanzione va da 27 a 162 euro.


La proposta originaria di un divieto assoluto di accattonaggio era venuta da Alberto Pattini , capogruppo del Patt, e Vittorio Bridi della Lega. Nella prima versione era stato ipotizzato di introdurre anche il divieto di impiego di cuccioli di età inferiore ai quattro mesi o animali sofferenti». Ma come avrebbe potuto un vigile urbano stabilire l’età di un cucciolo? Sarebbe stato necessario coinvolgere il servizio veterinario: impraticabile. Sul testo finale, che ha trovato una larga condivisione, ha mediato il sindaco Alessandro Andreatta .


Chi non ci sta è Antonia Romano: «Contrasterò» dice «in ogni luogo, con ogni mezzo pacifico, con tutte le mie forze, con le persone che insieme a me ancora credono che un’altra politica è possibile, questa ultima dimostrazione di resa incondizionata del centrosinistra alle destre populiste e al neoliberismo, unico vero responsabile dell’impoverimento della società». Romano, che evidenzia «l’assurdità della sanzione amministrativa a chi chiede l’elemosina», sostiene che «lo stesso utilizzo della parola accattonaggio al posto di elemosina ha il suo peso nel nascondere quella che è ormai a tutti gli effetti una guerra dichiarata alla solidarietà spontanea non istituzionalizzata, non di sistema».


«Per i colleghi e le colleghe della commissione, la sicurezza» aggiunge Romano «coinciderebbe anche con una qualche forma di “decoro” delle nostre città, la quale si traduce nei fatti nel togliere da sotto lo sguardo di noi, persone benpensanti, coloro che non siamo capaci di integrare nel tessuto sociale, lavorativo, economico.

Il tutto accompagnato dalla retorica della lotta al racket dell’accattonaggio, senza che si citino dati o eventuali studi sul fenomeno in città o riferimenti forniti dalle forze dell’ordine». Per Romano, poi, «il tempismo con cui il sindaco ha fatto coincidere la discussione della norma che sta tanto a cuore alle destre di minoranza e di maggioranza con la discussione sul bilancio, con evidente captatio benevolentiae, rende ancora più palese la disumanizzazione della politica, ormai avvezza solo a racimolare consensi per la prossima imminente conta dei voti».

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