Ancora tanta neve in quota: le aperture dei rifugi potrebbero slittare

A causa della neve i rifugi trentini rischiano di dover aprire in ritardo, rispetto alle date canoniche fissate - se si escludono le strutture più in quota - tra la fine di maggio e la metà di giugno.

Uno slittamento di qualche settimana che è stato paventato nei giorni scorsi, per quel che riguarda le Dolomiti bellunesi, dal presidente del Cai veneto Francesco Carrer a seguito delle consistenti precipitazioni, con la neve che presumibilmente rimarrà presente in quota fino alla primavera inoltrata non solo su vette e nevai, dopo un inverno che è stato ricco di precipitazioni come si conviene, dopo anni anomali poveri di nevicate. Una fotografia che è stata in sostanza confermata anche da alcuni rifugisti trentini, alle prese in questi giorni con i sopralluoghi in vista della pianificazione della stagione estiva: «Credo che la situazione qui sia analoga a quella descritta da Carrer - spiega Martin Riz, dell’Antermoia - anche se penso che certe strutture, a quote inferiori ed esposte al sole, non avranno grandissimi problemi. Altri invece dovranno fare i conti con la neve che potrebbe rappresentare un’incognita non tanto per i rifugi in quanto tali, ma per le vie d’accesso e collegamento sulle quali gli escursionisti potrebbero avere problemi».

«Noi - spiega invece Roberta Silva dal Roda de Vael - dovremmo riuscire a mantenere la data di apertura di fine maggio. È vero che bisogna anche vedere come si metterà il tempo nelle prossime settimane per capire meglio. E comunque, ricordiamoci che, ad essere sinceri, quella che è appena terminata non è altro che una normale stagione invernale: eravamo stati abituati male negli ultimi due inverni perché non c’era neve».

Spostandoci più a sud, Duilio Boninsegna non vede problemi all’orizzonte: «I rifugi alpini, in quota, hanno sempre aperto a giugno inoltrato. Certo, se ora dovesse nevicare ancora, in aprile o a maggio, si dovrà vedere ma con la situazione attuale non vedo problemi. Dalla mia esperienza pluriventennale posso dire che bene o male con qualsiasi inverno si è sempre aperto attorno alla metà di giugno. Quella che sta cambiando è invece la data di chiusura, con aperture sempre più prolungate, fino ad ottobre».

Dal Trentino orientale alle Dolomiti di Brenta, con Ezio Alimonta: «Forse chi apriva presto, quest’anno potrebbe dover aspettare di più, questo potrebbe essere vero. Ma per quel che ci riguarda non vedo problemi. Anzi, semmai meno disagi dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico». «Certo, la neve in quota quest’anno è parecchia e in alcune zone, in base alla loro morfologia, potrebbero effettivamente esserci dei problemi», conferma Gianluca Tognoni di Meteotretino: «Penso ad esempio ai rifugi per raggiungere i quali vi sono passaggi obbligati e impraticabili in presenza di neve. Giustamente i gestori fanno riferimento all’importanza delle condizioni meteo da qui in avanti. Fare previsioni fino a maggio o giugno è impossibile, certo è che, per esempio, oggi (ieri, ndr) sopra i 2.000 metri sono caduti anche 40-50 centimetri di neve fresca, con la quota neve che in mattinata era scesa anche fino a quota 1.400 e giornate come questa potrebbero rappresentare un problema per le strutture che intendono aprire anticipatamente. È comunque necessario ragionare settimana dopo settimana, perché come detto non è possibile avventurarsi in previsioni a lungo termine e, per esperienza, un’estate può essere preceduta da mesi di maggio caldi come fosse luglio o da inizi di giugno freddi come settimane tipiche più di febbraio».

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