L'Azienda sanitaria all'attacco di Degasperi

Dopo essere stati «bombardati» da continui attacchi da parte di consiglieri provinciali, soprattutto da Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle, i medici del Pronto soccorso di Trento, d’accordo anche col direttore generale Paolo Bordon, hanno deciso di dire basta e si sono schierati compatti dalla parte del loro dirigente, il dottor Claudio Ramponi, chiedendo all’Azienda tutela del loro lavoro e della loro dignità.

Nella lunga e animata riunione di reparto convocata alla presenza del direttore sanitario Claudio Dario è stato lo stesso direttore generale Paolo Bordon ad annunciare di aver proceduto a presentare un esposto-denuncia in Procura affinché gli organi inquirenti accertino - sulla base della documentazione presentata dall’ufficio legale dell’Azienda sanitaria - se ci siano gli estremi della diffamazione.

«Noi riteniamo di sì - dice Bordon - in quanto sono state presentate interrogazioni e documenti con l’unico obiettivo di denigrare il lavoro altrui. Il mio non è un attacco al diritto di fare politica, ci mancherebbe, ma è un grido di allarme perché fare politica gettando discredito e fango non può essere tollerato in quanto genera confusione nei i cittadini e discredito immotivato sugli operatori. Se uno ha elementi per denunciare reati lo faccia andando in Procura, altrimenti è doveroso che le stesse persone ne rispondano, soprattutto se le loro dichiarazioni avevano come unico obiettivo quello di gettare fango. Il senso di indignazione del personale ma anche il mio personale di fronte a questi attacchi è  fortissimo».

Da tempo il clima in reparto è teso proprio per via dei continui attacchi indirizzati soprattutto al primario, Claudio Ramponi. Dalla nota vicenda sulle reperibilità alla più recente interrogazione su una nuova procedura cardiologica, passando per la questione del concorso a tempo determinato: sono stati mesi di pesanti con accuse arrivate in consiglio provinciale e poi rimbalzate sui giornali, sui siti internet e sulle tv. Notizie che - a dire del personale - hanno avuto come effetto anche quello di minare la fiducia dei cittadini nei confronti di questo servizio essenziale e delicato.     

«Abbiamo fatto una riunione breve alle 8 del mattino per non intralciare il servizio proprio perché c’è senso di appartenenza e vicinanza al direttore Ramponi, ma anche perché i medici volevano capire cosa stava succedendo. C’è sconcerto perché se ci fosse l’interesse del consigliere “X” ad approfondire dei temi, questo dovrebbe venire e chiedere un incontro chiarificatore. E questo sarebbe anche giusto. Ma se l’obiettivo è “sparare” tanto per screditare il lavoro di molti operatori che si impegnano quotidianamente nell’interesse di tutti questo non è più accettabile. Per questo abbiamo deciso di effettuare la segnalazione in Procura», dice Bordon che loda il personale.

«Parliamo di operatori bravissimi e non possiamo rimanere passivi di fronte al discredito che stanno subendo. Chi diffama si deve assumersi le proprie responsabilità e quindi chiediamo interessamento degli organi inquirenti perché vengano posti dei limiti».


LA REPLICA DI DEGASPERI

Dopo la notizia che il direttore generale dell’Azienda Bordon ha presentato un esposto in Procura affinché accerti se nelle interrogazioni del consigliere Filippo Degasperi, in particolare sui dubbi sollevati dallo stesso sul concorso a tempo determinato per dirigente medico nel settore dell’Emergenza, ci siano gli estremi della diffamazione, lo stesso Degasperi ha risposto alla notizia con un post su Facebook.

«La cronaca riporta che il dg dell’Apss, utilizzando le risorse pubbliche dell’Ufficio legale, ha depositato in Procura un esposto-denuncia contro di me. I cittadini staranno sicuramente meglio nel sapere che, mentre l’Apss è nell’occhio del ciclone per la vicenda di ipotizzate tangenti, per l’inchiesta sul caso malaria, per il fallimento del Not, per i parti a bordo strada, per le liste d’attesa clamorose, per le ipotesi di truffa da parte di un suo dipendente circa i permessi ex legge 104, per il caso dei rimborsi, il dg trova il tempo di occuparsi di un influente consigliere provinciale di minoranza».

Degasperi sottolinea che nei cinque anni di attività non ha mai attaccato alcun operatore del Pronto Soccorso. «Non penso quindi che il “turnover molto alto”, i turni da 12 ore, l’aumento del carico di lavoro, il “carico di stress”, la “carenza di personale” dipendano dalle mie interrogazioni. Ringrazio tutti i portavoce, gli attivisti e i cittadini che mi hanno dimostrato solidarietà, apprezzamento e vicinanza. Certamente non saranno le menzogne e le intimidazioni a farmi cambiare passo».

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