Caccia, stagione «lunga» Ambientalisti contrari

Martedì 27 febbraio il comitato faunistico provinciale, su proposta del Servizio foreste e fauna, ha deciso l’allungamento della stagione venatoria 2018-2019 con la chiusura della caccia da capanno al 30 gennaio, anziché al 15 come quest’anno. Un fatto decisamente straordinario: mai, infatti, negli ultimi 20 anni si era arrivati a questa data, come evidenziano le associazioni ambientaliste.

«Per legge - sostiene il presidente Lipu Sergio Merz con Osvaldo Negra Wwf, Adriano Pellegrini Pan Eppaa, Fernando Boso Legambiente - lo possono fare, in quanto i nuovi parametri sulle migrazioni lo permettono. Anche se non c’era alcuna necessità di farlo». Che aggiungono: «Strano però che il parere Ispra preveda anche l’apertura il 1 ottobre anziché la terza di settembre, ma i pareri vengono presi in considerazione solo quando possono agevolare l’attività venatoria. A fronte di tantissime persone che non sono a conoscenza di questo tipo di caccia e i gravi danni che comporta, riporto gli impressionanti numeri delle stragi di uccelli migratori di questi ultimi 10 anni».

In particolare viene ricordato che «nel periodo in esame dal 2007 al 2016 con la caccia alla migratoria ( caccia agli uccelli selvatici) sono stati abbattuti e regolarmente denunciati in provincia di Trento 1.086.905 uccelli, se consideriamo i feriti e i non segnati, arriveremo ad una cifra molto maggiore. Tale caccia - si sottolinea - viene effettuata maggiormente da capanno e con l’uso dei richiami vivi. Dal numero totale sono esclusi la specie fagiano (43.874 ) in quanto soggetti liberati e provenienti da allevamento, i tetraonidi la coturnice in quanto specie stanziali. I dati 2017 non ancora pervenuti devono essere comunicati entro 30 aprile 2018».

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