Protonterapia, in arrivo gli americani Nuove convenzioni con paesi extraeuropei

di Patrizia Todesco

La Provincia di Trento è ancora in attesa che il ministero della Salute definisca il tariffario per rendere operativi i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza), definiti dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del gennaio 2017. A giugno, al festival dell'Economia, la ministra Lorenzin aveva assicurato che era questione di giorni. Sono passati sette mesi ma ancora non ci sono novità. A distanza di anni dall'apertura del Centro di Protonterapia di Trento i pazienti dal territorio nazionale arrivano ancora rilento e per far fronte ai costi e cercare di far decollare quello che dovrebbe essere un fiore all'occhiello a livello nazionale, l'Azienda sanitaria cerca pazienti altrove.  

È dei giorni scorsi la sottoscrizione di un accordo con il Centro Proton International, organizzazione che ha sede in America, che assicura ai propri clienti dei percorsi di facilitazione all'accesso a trattamenti di protonterapia su scala internazionale. In particolare i pazienti che saranno trattati sono quelli che risultano in carico al Centro Scripps di Protonterapia di San Diego, in California. Accanto a questa convenzione altre stanno per essere firmate con Brasile e Paesi Arabi, solo per fare degli esempi. La tariffa, nel caso della convenzione appena firmata, prevede una quantificazione economica forfettaria per ogni ciclo di trattamento pari a 33 mila euro per gli adulti e 41 mila euro per pazienti pediatrici. 

Lo scorso anno i pazienti trattati al centro di Protonterapa sono stati 168. Di questi 11 erano pazienti internazionali provenienti anche da Slovenia, Turchia e Argentina, e i numeri sono destinati ad aumentare. «Stiamo aumentando il numero delle convenzioni sia con l'estero che con gli ospedali italiani. In particolare, a livello pediatrico, abbiamo ottimi rapporti sia con il Mayer di Firenze che con il Bambin Gesù di Roma. La quota di pazienti pediatrici è ancora minoritaria, ma è anche quella che ci caratterizza maggiormente», spiega il dottor Maurizio Amichetti, responsabile del Centro. 

In via al Desert c'è attesa per l'approvazione del tariffario, ma anche per la possibità di poter ampliare la casistica delle patologie da trattare. «Noi abbiamo presentato la nostra proposta alla Commissione - aggiunge Amichetti - e ora speriamo che almeno parte delle nostre richieste vengano accolte. Nel frattempo abbiamo aumentato la nostra attività di radiochirurgia con cinque pazienti trattati e nei giorni scorsi è stato trattato il primo paziente con lesione al fegato. Si tratta di numeri piccoli, ma di pazienti che pochi centri al mondo riescono a trattare». 
Il team di prontonterapia di Trento sta partecipando a gruppi di lavoro internazionale per il trattamento di linfomi, tumori alla mammella, al polmone e alla prostata. «Vorrebbe dire avvicinarci a quello che fanno con le terapia tradizionali, è molto impegnativo ma noi ci crediamo». Attualmente le patologie trattate sono i tumori cerebrali e delle base cranica, i tumori del distretto cervico-cefalico, i sarcomi dei tessuti molli e dell'osso, i tumori pediatrici, i tumori della colonna vertebrale, i tumori pelvici e i ritrattamenti dopo precedente radioterapia.  

Anche l'assessore Luca Zeni sembra essere fiducioso. «Dopo l'introduzione della Protonterapia nei Lea ora stiamo aspettando la pubblicazione delle tariffe in modo che quando c'è paziente non ci voglia ogni volta l'autorizzazione per trattarlo. In Finanziaria a dicembre è stato inserito un passaggio che prevede che il regolamento debba essere emanato entro il 28 febbraio. In teoria quello sarebbe il termine. Al Ministero, con il quale siamo in contatto, continuano a dire che siamo in arrivo. Speriamo. Con quel passaggio dovrebbe essere tutto più scorrevole e a quel punto dovrebbero arrivare anche i pazienti anche se è importante continuare a lavorare creando reti e collaborazioni con altre realtà italiane e anche con l'estero». Lo scorso anno, come detto, i pazienti trattati dal centro di Trento erano stati 168, in aumento rispetto agli 83 del 2015 e ai 139 del 2016 con costi che si aggirano sui 12 milioni all'anno.  

Il centro per la Protonterapia era costato 104 milioni, con spese annue di gestione che a regime dovrebbero ammontare a 13,5 milioni, per coprire i quali il numero di pazienti stimato è di 700.
Per l'attività di promozione del Centro a livello nazionale e internazionale la Provincia ha stanziato 270 mila euro per tre anni (90 mila euro all'anno).L'Azienda agirà con il supporto di Trentino sviluppo e Trentino Marketing al fine di raggiungere tutti coloro che potrebbero trarre beneficio dalle terapie d'avanguardia del Centro di Trento.

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