Medico di base senza laurea Ha visitato per tre anni

Per quasi tre anni ha lavorato come medico di base: riceveva i pazienti in ambulatorio, li visitava, prescriveva medicinali ed eventuali esami diagnostici. Peccato che Davide Iannone, classe 1972, nativo di Napoli ma domiciliato in Trentino, non fosse un vero medico. È stata l’Azienda sanitaria, di cui era collaboratore, a smascherare il falso medico che ieri in Tribunale ha patteggiato 8 mesi di reclusione dopo aver risarcito oltre 120 mila euro.

Iannone, pur essendo iscritto da anni all’Ordine dei medici di Roma, non solo non aveva mai superato l’esame di Stato, ma neppure si era mai laureato in medicina generale all’Università Federico II di Napoli. Il 45enne aveva dunque una preparazione non universitaria, ma «fai da te». Certo aveva imparato a muoversi bene tra antibiotici e patologie bronchiali visto che nei quasi tre anni di lavoro in Trentino, dal 2014 ad inizio 2017 tra la val di Fassa e Lavis, nessuno ha mai sospettato che il dottor Iannone in realtà fosse il signor Iannone.
I controlli eseguiti dall’Azienda sanitaria - resi più stringenti in seguito al caso del ginecologo Andrea Stampini, che esercitò la professione per 36 anni (abusivamente sostiene l’accusa) - sono stati condotti a tappeto in un settore dove molto era lasciato alle autocertificazioni. Le lauree di decine di medici sono state verificate chiedendo conferma del titolo di studio alle università dove i dottori dichiaravano di essersi laureati in medicina.

Dai controlli incrociati è spuntato il nome di Iannone. L’Università Federico II aveva risposto che nei suoi archivi non risultava un laureato con le generalità del medico di base in servizio a Lavis e iscritto all’Ordine dei medici di Roma dal 2009 proveniente dell’Ordine di Cagliari. Un equivoco? Poteva anche essere, ma l’Azienda sanitaria è subito andata a fondo del caso. «Abbiamo in mano una dichiarazione dell’Università - disse  il direttore generale Paolo Bordon -  in cui si dice che Iannone non è mai stato iscritto e, dunque, non si è nemmeno mai laureato».

Il diretto interessato si era  dimesso, «per motivi di salute», subito dopo aver ricevuto la prima contestazione. In un primo tempo con l’«Adige», che aveva sollevato il caso poi rimbalzato anche su «Striscia la notizia», Iannone aveva respinto l’accusa: «Ho già detto che porterò il certificato di laurea, ma in questo momento non posso muovermi per motivi di salute», aveva detto al nostro giornale il 2 marzo dell’anno scorso. Ma così non è stato.

L’indagine condotta dai carabinieri del Nas ha fatto  emergere una realtà ben diversa: pare che Iannone sia diplomato in ragioneria, ma le basi della medicina le avrebbe imparate sui manuali e su internet, non all’Università. Messo alla strette, il falso medico ha poi confessato.
Iannone si è trovato così in  una posizione delicata: accusato di esercizio abusivo della professione, truffa e falso.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Alberto Cunaccia, è riuscita però a limitare i danni. Grazie ad una condotta processuale lineare (a partire dalla piena confessione) e soprattutto al risarcimento di 126 mila euro versato all’Azienda sanitaria (cifra pari ai compensi percepiti, dedotte le tasse, per l’attività di medico di base), l’imputato ha potuto patteggiare una pena minima. Ieri, in udienza preliminare, il gup Marco La Ganga ha applicato la pena concordata tra il pm Davide Ognibene e l’avvocato Cunaccia: 8 mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale.

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