Margherita contesa, nuova sberla a Dellai

«No, non mi candido neppure a queste elezioni. Più di uno me lo ha offerto, ma non ho accettato. I miei incarichi professionali me lo sconsigliano. Ho le mie idee, ma preferisco tenere un profilo discreto e più neutro».

Lo fa sapere, in un’intervista al Corriere della Sera, Francesco Rutelli oggi presidente dell’Anica, l’Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali (nella costellazione della sinistra italiana non c’è solo Walter Veltroni a vivere anche di cinema).

Rutelli invita poi il ministro Beatrice Lorenzin e il deputato trentino Lorenzo Dellai a non toccare il logo della Margherita «perchè sarebbe un trucco. Un modo per alludere a una formazione che ha avuto 5 milioni e 400 mila consensi e, nelle proprie fila, gli ultimi 3 presidenti del Consiglio e l’attuale presidente della Repubblica. Del resto, nessuno potrebbe presentare l’Ulivo, o la Quercia».

«Sul piano giuridico - spiega quindi - non si può utilizzare un simbolo senza l’autorizzazione del suo titolare. Usino un altro fiore. La flora italiana ha migliaia di specie e sottospecie, come ho studiato per il mio recente esame di Botanica».

Su chi è il titolare della Margherita, Rutelli risponde: «Il collegio dei liquidatori del partito ha ricevuto il mandato di tutelare il simbolo dall’assemblea. Con il simbolo, viene tutelata anche una storia politica. Che non può essere sfruttata da nessuno, tanto meno da una formazione che candida in gran parte persone che a suo tempo sono state in liste avversarie».

La risposta, piuttosto ironica, di Lorenzo Dellai non si è fatta attendere ed è arrivata via Twitter: dopo il canonico #staisereno, la precisazione: «Saremo "petalosi" quanto basta senza rubar fiori in liquidazione. Il piccolo Matteo, di Copparo, non ci farà diffide».

 

A margine, lo stesso Dellai ricorda che «Noi abbiamo il nostro fiore, e non è in liquidazione».

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