Addio Giorgio Lenzi: si è spenta la «Voce delle Dolomiti»

La «Voce delle Dolomiti» si è spenta all’alba del nuovo anno: nella mattinata di ieri, 2 gennaio 2018, è scomparso Giorgio Lenzi.
Il cantante del quale lo «jodler» ha fatto le fortune e che a sua volta ha fatto la fortuna delle musicalità folk in stile tirolese portandole in televisione e sui palcoscenici, italiani e non solo, si trovava in ospedale da qualche giorno: è spirato ieri mattina, all’età di 74 anni.

Originario di Levico, comunità alla quale è sempre rimasto legatissimo, aveva vissuto un trentennio di costante successo, guadagnando la fama con le prime apparizioni in televisione negli anni Settanta e rimanendo sulla cresta dell’onda fino alla soglia degli anni Duemila.

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Diviene un volto noto nel 1973, affiancando Renato Pozzetto in uno sketch all’interno del varietà «Il poeta e il contadino» e viene poi contattato anche da Pippo Baudo che lo vuole nella squadra di artisti del programma radiofonico «Settimana corta» tra il 1976 ed il 1977.

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Poi è un’ascesa, con Lenzi che si guadagna spazi a «Canzonissima», «Fantastico», «Quelli che il calcio», ma anche sulle reti Fininvest (e poi Mediaset) con «La ruota della Fortuna», «Scherzi a parte» ed un ruolo fisso nella «Buona domenica» condotta da Maurizio Costanzo tra il 1999 ed il 2000.

Una carriera attraverso la quale Lenzi, che all’anagrafe era Giorgio Libardi («scelsi Lenzi perché uno dei miei artisti preferiti era Mario Lanza»), ha sempre voluto portare in alto il nome delle «sue» Dolomiti, promuoverle, cantarne l’amore. Un uomo che si era fatto da solo, Giorgio Lenzi: aveva frequentato la scuola alberghiera nella sua Levico, partendo a 17 anni per la Svizzera. Dove oltre a lavorare aveva scoperto lo jodler: «Ogni tanto lo provavo, anche se le note degli jodler svizzeri sono alte ed io invece sono un baritono. Con la mia voce posso però cantare di tutto... e posso fare lo jodler su tutte le melodie. Infatti io non volevo essere uno dei tanti, ma cercare uno spazio speciale tutto per me. Non importa la dimensione artistica, mi basta sapere che è un qualcosa che ho creato io, profondo come le rocce delle mie montagne», raccontava in un’intervista all’Adige nel 2001.

La prima esibizione in pubblico alla Vecchia Trento, nel 1969: «Vi cantava anche Luciano Da Canal, io proposi Strangers in the Night e riscossi grande successo. Di lì in poi cantai spesso negli alberghi in cui lavoravo», finché sulla sua strada incontrò clienti particolari, dirigenti della tv che si appuntarono il suo nome.

Tanti i suoi album, grande il suo successo nell’area tedesca, in Austria, Germania ma anche Svizzera. Tanto il suo rammarico nel sentirsi, negli ultimi anni «snobbato dalla mia terra, dalla mia gente». Amarezze mitigate, giusto due anni fa, dalla consegna a Levico di un premio alla carriera «per aver portato il Trentino, le Dolomiti e Levico Terme in tutto il mondo». Proprio in quell’occasione Lenzi aveva presentato il suo ultimo lavoro, con canzoni anche in lingua tedesca.

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