Valdastico Nord? «Un imbroglio» A gennaio nuova mobilitazione

Proteste contro il ministro Delrio

di Domenico Sartori

Dalla zona Laghi, in alta Valsugana, all’Altopiano della Vigolana e su, fino agli Altipiani Cimbri, cresce la mobilitazione per «fermare» il progetto di completamento della Valdastico Nord. Riunioni sottotraccia che il prossimo 18 gennaio porteranno ad una prima uscita pubblica, con l’intervento di esperti e testimonianze dall’alto Vicentino, dove sono stati avviati i carotaggi propedeutici al nuovo tracciato stradale. Si presentano come «cittadine e cittadini per la salvaguardia del territorio della Vigolana e del lago di Caldonazzo».

E l’appello di «No Valdastico Gruppo Valsugana» tra i cui attivisti vi sono Maurizio Valentinotti, Alex Faggioni ed Emanuele Curzel sarà la traccia dell’incontro pubblico del 18 gennaio. L’incipit suona come una risposta alle recenti dichiarazioni del ministro Graziano Delrio fatte a Trento.

«Sarà» ha detto Delrio «una infrastruttura molto poco impattante e sobria. La Valdastico Nord sarà sicuramente ad alta velocità di scorrimento. Ma non un’autostrada». «Che sia un’autostrada o che sia una grande arteria stradale, che siano tunnel o che siano viadotti, il problema non cambia» si legge nel documento di «No Valdastico» «da una strada che esce a Caldonazzo e che poi si rituffa sotto la montagna per sbucare a Mattarello la Valsugana non avrà alcun vantaggio. Anzi, tale collegamento aumenterà il traffico, sia nella valle (perché sarà più facile raggiungere la valle dell’Adige venendo dalla Statale 47), sia nella zona dei laghi (chi uscirà dal tunnel a Caldonazzo per andare verso nord ovviamente proseguirà verso Pergine). Chi parla di riduzione del traffico in Valsugana e di salvaguardia del lago grazie ad una strada proveniente dalla valle dell’Astico è grossolanamente disinformato o mente». Il gruppo «No Valdastico» invita ad una riflessione «i cittadini della Bassa Valsugana che credono di vedersi ridotto il loro traffico», perché «la SS 47 sarà più appetibile da transitare anche provenendo da Est se sarà collegata più agevolmente ad un’arteria importante a Caldonazzo». Una nuova arteria che «non difenderà il lago, rovinerà un’ampia area ancora intatta (la valle del Centa) e tanta campagna pregiata».

E che, inoltre, bucando le montagne, danneggerà le falde acquifere e «comprometterà irreparabilmente la qualità e l’immagine del territorio» che punta anche sullo sviluppo del turismo. «Lo diciamo con tutta la forza possibile: è un imbroglio che serve solo a risolvere un problema di concessioni autostradali. Chiediamo alla politica» è l’appello «di non sacrificare il territorio per motivi di carattere puramente finanziario», «ai nostri amministratori di tutelare i comuni, i cittadini e le categorie produttive», «ai cittadini di mobilitarsi, per chiedere lo sviluppo immediato della ferrovia e una politica di programmazione che consideri il territorio una risorsa da non consumare ma da preservare».

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