Demenza, Alzheimer, disturbi cognitivi: nasce la rete clinica provinciale

Nasce in Trentino, su iniziativa dell’Azienda sanitaria, una rete clinica rivolta alle persone con disturbo cognitivo o demenza e alle loro famiglie, con una nuova modalità organizzativa basata sulla collaborazione trasversale tra professionisti di aree e strutture territoriali e ospedaliere diverse.

L’obiettivo è migliorare la qualità delle cure e l’uniformità di accesso e di trattamento in tutto il territorio provinciale.

Si stima che in provincia di Trento siano più di 6 mila le persone affette da demenza, con una prospettiva di incremento numerico nei prossimi anni. La demenza, proprio per le caratteristiche della malattia, per la progressiva perdita di autonomia che essa comporta, per la crescente disabilità, talvolta accompagnata da importanti disturbi comportamentali, che rendono particolarmente gravoso il lavoro di cura della famiglia, richiede una gestione integrata della patologia riguardante tutta la rete dei professionisti, non solamente limitato al contesto sanitario ma soprattutto alla comunità nel suo complesso.

La rete clinica per la demenza coordinerà le attività svolte dai professionisti, promuoverà l’applicazione di modelli di accompagnamento nei percorsi assistenziali e favorirà un forte coinvolgimento di tutte le parti interessate attive sul nostro territorio, in particolare dei medici di medicina generale, dei servizi sociali, di tutti i soggetti che erogano servizi residenziali, diurni, domiciliari e delle associazioni di pazienti e familiari.

La prima azione concreta sarà il completamento dell’attivazione e la messa in rete dei Centri per i disturbi cognitivi e per le demenze (Cdcd), che rappresentano, all’interno dell’offerta di servizi e prestazioni dell’Apss, le funzioni specialistiche di primo livello per la diagnosi e la cura delle demenze e un nodo privilegiato della rete nell’interfaccia con i Punti unici di accesso (Pua) per l’attivazione tempestiva dei servizi e degli interventi socio-sanitari. L’impegno dell’Apss sarà quello di facilitare l’accesso al percorso diagnostico, uniformandolo su tutto il territorio, ottimizzando i tempi in funzione delle fasi della malattia e mantenendo le persone nel loro ambito territoriale di vita.

Altri obiettivi saranno l’integrazione dei servizi e delle funzioni per la continuità delle cure, attraverso i necessari collegamenti, anzitutto con la medicina generale e poi con tutti i professionisti dei diversi nodi della rete sanitaria (Cdcd, pronto soccorso, sistema delle cure domiciliari inclusi l’assistenza riabilitativa e quella di fine vita e della rete socio-sanitaria (Assistenza domiciliare per le persone con demenza, strutture semiresidenziali e residenziali), con il costante coinvolgimento dei servizi sociali e delle reti informali (famiglie, caregiver, volontariato). Le figure professionali impegnate nelle azioni di diagnosi, cura e riabilitazione previste dal Piano demenze sono numerose: dai medici di medicina generale ai professionisti esperti in problematiche legate a disturbi cognitivi quali il geriatra, il neurologo, lo psichiatra, l’infermiere, il neuropsicologo e il terapista della riabilitazione psichiatrica.

Nel primo semestre di quest’anno nei centri per i disturbi cognitivi e per le demenze dell’Apss sono state prenotate 537 prime visite e 715 visite di controllo; 112 sono stati i pazienti presi in carico dal Servizio di assistenza domiciliare per le persone con demenza, specializzato nella presa in carico di pazienti in fase avanzata di malattia e con gravi disturbi comportamentali ai quali si vanno ad aggiungere circa un migliaio di pazienti seguiti con altre modalità assistenziali a domicilio o in regime residenziale.

«Si tratta di un significativo passo avanti per rendere più efficace il lavoro dei professionisti e dei servizi impegnati nel percorso diagnostico, di presa in carico delle persone che affrontano una condizione di decadimento cognitivo e delle loro famiglie - commenta in una nota il direttore generale di Apss, Paolo Bordon - La rete faciliterà i collegamenti e le collaborazioni fra i professionisti che operano nei servizi territoriali e ospedalieri, assicurando il governo della domanda e modalità operative omogenee, con momenti di analisi del servizio erogato e formulazione di proposte di miglioramento continuo nonchè relazioni strutturate con il mondo del sociale e del volontariato socio-sanitario».

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