La «fuga» di pazienti ci costa 12,8 milioni

di Andrea Bergamo

Luci ed ombre del sistema sanitario trentino. Le migliori performance riguardano il percorso oncologico, il governo della spesa farmaceutica, il percorso urgenza-emergenza, il settore materno infantile e gli screening oncologici. Criticità da migliorare invece per il livello di copertura vaccinale, il costo dei ricoveri e, più in generale, il costo della sanità pro capite, che risulta più alto rispetto alle altre regioni.
Dati che emergono dal «bilancio di missione» relativo al 2016 redatto dall’Azienda sanitaria trentina - che fa il punto su  risultati in termini di esiti sulla salute dei cittadini e sulla qualità dei servizi, con i necessari interventi correttivi - approvato dalla giunta provinciale.

L’articolato documento fa il punto anche sul fenomeno della mobilità dei pazienti, ossia possibilità da parte dei cittadini di ottenere cure (a carico del proprio sistema sanitario) anche fuori Regione. Il saldo è negativo di 12,8 milioni di euro, in miglioramento di circa 800mila euro rispetto all’anno precedente. A causa della mobilità passiva (ossia verso l’esterno) l’Azienda sanitaria l’anno scorso ha speso quasi 63,8 milioni di euro (di cu 48 milioni per ricoveri, come riportato nella tabella che pubblichiamo), mentre per il fenomeno inverso ha incassato 51 milioni.

Nel giro di due anni (dal 2014 al 2016) risultano in crescita del 10,25% ricoveri e prestazioni sanitarie in Veneto, mentre nello stesso periodo appaiono in flessione del 22,6% gli importi versati all’Emilia Romagna. In calo anche le cure effettuate in Alto Adige (meno 3,61%). Entrando nel dettaglio delle diverse specializzazioni, si assiste a un’inversione di tendenza per quanto riguarda Oculistica («Sta diventando un fattore attrattivo» ha osservato il direttore Paolo Bordon), mentre per quanto riguarda Ortopedia «Ci sono dei margini di miglioramento».
«Nel corso del 2016 - ha spiegato Bordon - l’Azienda ha mantenuto e, in alcuni ambiti potenziato, l’offerta dei servizi nonostante di un fisiologico aumento della spesa sanitaria, dovuto in parte al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento delle cronicità di alcune patologie. Nonostante questo abbiamo garantito il raggiungimento del complessivo equilibrio di bilancio, con un utile tecnico di 30,8 mila euro». Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore alla sanità Luca Zeni: «Rispetto allo scorso anno, la maggioranza degli indicatori presi in esame appare in miglioramento» ha sottolineato.

LA SPESA SANITARIA

Una delle criticità rilevate dal documento riguarda i costi, che appaiono sensibilmente più significativi rispetto alle altre regioni italiane: «Le inefficienze non c’entrano» ha puntualizzato l’assessore Zeni. Il motivo è legato alle scelte politiche della Provincia, con un elevato numero di posti letto in casa di riposo (costa 90 milioni in più rispetto alla media), gli stipendi più «pesanti» per il personale al fine di rendere attrattivo un territorio periferico come il Trentino (54 milioni in più), rete ospedaliera diffusa e prestazioni aggiuntive. «Una ricerca dell’Università Tor Vergata farà luce su tutte le spese. Ci sono delle scelte politiche che rivendichiamo, ma le inefficienze vanno contrastate» ha aggiunto Zeni.

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TEMPI DI ATTESA

Per accedere alle cure domiciliari in Trentino, si deve attendere un giorno e mezzo dalla richiesta all’attivazione del piano (nel 2013 l’attesa superava i 4 giorni): il numero dei pazienti seguiti a casa è pari al 55,2% (la media nazionale è del 33%). L’80,5% delle fratture al femore viene operato entro 2 giorni, e nell’area dell’emergenza-urgenza il Trentino è secondo dopo l’Umbria.

PERCEZIONE DEGLI UTENTI

Esiste una significativa differenza tra i dati positivi analizzati da enti terzi e la percezione del sistema sanitario da parte degli utenti: «Significa che i cittadini sono esigenti ed abituati a standard elevati, ma il sistema ha bisogno della fiducia di tutti» ha affermato Bordon.

BUDGET E RICADUTE

L’Azienda sanitaria è una delle maggiori realtà economiche del Trentino, con un bilancio di un miliardo 260 milioni di euro e 8.200 dipendenti. Le ricadute (dirette e indirette) sul territorio che derivano dalla gestione delle risorse finanziarie dell’Azienda sanitaria ammontano ad oltre 857 milioni di euro. I ricavi propri (tariffe e compartecipazioni) ammontano a 96 milioni, che includono tra le altre cose 21,15 milioni per i ticket e 10,98 milioni per prestazioni in libera professione.

VACCINI E SCREENING

La copertura vaccinale nell’infanzia è inferiore al 95%, standard di riferimento che garantisce l’immunizzazione della popolazione. Il Trentino si posiziona a metà della classifica nazionale. Bene gli screening oncologici, in particolare tra le donne.

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