Occupa una casa per una notte: condanna a 8 mesi

Una notte passata al caldo è costata cara ad un 46enne di Cavalese: 8 mesi di reclusione, come deciso dal giudice Enrico Borrelli. L’abitazione in cui l’imputato si era fermato per la notte, approfittando anche della cucina per prepararsi un pasto, non era sua, ma di una donna che la utilizzava come seconda casa, come punto d’appoggio per le vacanze in montagna. E, come testimonia la rottura del vetro della finestra, l’imputato si era introdotto senza il consenso della proprietaria e lì aveva bivaccato. Si è trattato, dunque, di una violazione di domicilio.  

Ad accorgersi del danneggiamento alla finestra dell’appartamento, in via Renaldo a Cavalese, erano stati i vicini di casa. Era una fredda giornata di gennaio 2016. La proprietaria, che vive in provincia di Mantova, naturalmente era all’oscuro di tutto e, non appena ha saputo dell’accaduto, ha presentato denuncia ai carabinieri.  

Dallo stato in cui l’ospite abusivo, F.D. le iniziali del nome, ha lasciato l’appartamento, è stato possibile capire cosa avesse fatto. La pentola sul fuoco spento e un piatto di pasta consumato solo in parte lasciavano immaginare che l’uomo si fosse preparato un pasto caldo la sera, mentre per dormire aveva scelto il soggiorno, come dimostrava la coperta arrotolata sul divano. Nelle stanze c’era disordine. Insomma, si era comportato proprio come se fosse a casa propria, consumando abbondantemente pure i superalcolici che la proprietaria teneva in una credenza. Cibo, alcol e il tepore della coperta: dopo una notte trascorsa al caldo, l’uomo se ne era andato. La sua presenza nei dintorni dell’abitazione non era tuttavia passata inosservata ed i carabinieri di Cavalese erano riusciti ad identificare il presunto responsabile. Il 46enne non aveva rubato nulla, non era dunque un ladro, forse voleva solo ripararsi dal freddo. Aveva notato l’appartamento, che in quei giorni non era abitato ma comunque dotato di tutti i confort, compresa una fornita dispensa, con cibo e bevande alcoliche. Il permesso per entrare in quella casa non l’ha mai avuto e la giustizia ha fatto il suo corso. 

La prima udienza del processo, lo scorso inverno, era stata rinviata perché l’imputato risultava irrintracciabile. Martedì scorso la sentenza: l’uomo è stato condannato a otto mesi di reclusione, pena sospesa.

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