Rendita sbagliata, nei guai due funzionari del Catasto

Una rendita catastale calcolata erroneamente che ha portato a minori entrate per i comuni interessati. E questo per anni, per un mancato introito, e quindi per un danno erariale, di circa 400mila euro.

È quanto ha portato alla luce un’indagine della Guardia di Finanza che riguarda la determinazione della rendita catastale della centrale idroelettrica di San Colombano, che sarebbe stata effettuata con una metodologia non conforme alle previsioni di legge.
 
Le indagini, iniziate nell’agosto del 2015, sono state svolte dal Nucleo di polizia tributaria di Trento in sinergia con la procura regionale della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per il Trentino Alto Adige.
 
A seguito degli accertamenti condotti, è stata segnalata alla Corte dei Conti la responsabilità di due appartenenti al Servizio Catasto della Provincia Autonoma di Trento, che non hanno rispettato i princìpi di stima della rendita catastale dei terreni su cui insiste la Centrale di San Colombano, definiti dalla legge n. 311/2004 e dalla circolare n. 6/2012 dell’Agenzia del Territorio.

Accanto alla determinazione della rendita catastale in misura inferiore, è emersa una presunta sottostima del valore al metro cubo del cosiddetto «corpo di diga» nonché la mancata considerazione di alcune voci relative ai costi di costruzione e di alcune importanti infrastrutture accessorie, quali strade, gallerie e opere di derivazione, che fanno invece parte integrante della centrale.

Tale comportamento ha determinato, negli anni dal 2007 al 2016, minori entrate per 391.832 euro, con riguardo alle imposte locali Ici/Imu/Imis, di cui la rendita catastale costituisce base imponibile.

Sulla base delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha citato in giudizio, davanti alla locale Sezione giurisdizionale per il Trentino Alto Adige, i due funzionari del Servizio Catasto.

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