Padre Livio Passalacqua trasferito a Milano. Maestri: «Non capisco e non mi adeguo»

«Mi domando. Perché? Un Padre fondatore di una comunità, non solo ecclesiastica. Un Padre che ha innervato il crescere della città di Trento, con l'attenzione sempre alta verso gli ultimi, un Padre che ha costruito, senza nulla pretendere, la coesione dentro una comunità, ha fatto conoscere e ri-conoscere il valore della persona nella sua dimensione più vera, a prescindere da razza e religione, perché un Padre così deve essere "traslato" a 92 anni dalla sua città».

Gli sfogo è in rete. A raccontare del proprio dispiacere è Lucia Maestri, consigliera provinciale del Pd ed ex assessore comunale alla cultura a Trento.

Sulla sua pagina Fb parla del trasferimento a Milano di padre Livio Passalaqua, 92 anni, 55 dei quali trascorsi a Villa S.Ignazio.

L'Adige ne aveva dato notizia a fine settembre: la comunità dei Gesuiti di Trento termina la propria attività nel capoluogo, ma non smette di operare nel resto d'Italia.

I quattro rappresentanti dell'ordine religioso sono stati infatti assegnati in altre sedi sulla nostra penisola, nello specifico padre Mario Marcolini è stato destinato a Padova, Leone Paratore a Reggio Calabria, Livio Passalacqua a Milano
ed infine a Torino troverà casa padre Alberto Remondini.

A conclusione dei tanti anni di vicinanza alla comunità, nella sede di Villa Sant'Ignazio era stata celebrata l'ultima cerimonia religiosa.

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«La nostra attività non si interrompe, anzi continuerà più forte di prima - aveva spiegato il padre superiore Alberto Remondini, referente della comunità - Questo perché staremo lontani solo per un certo tempo da Trento, e torneremo poi
per un periodo in questa nostra sede. La nostra fondazione, attiva dagli anni Settanta, raduna associazioni e attività sociali.

Ci siamo concentrati in particolar modo sui bisognosi, sui rifugiati, oltre che sulla parola del Vangelo».

Maestri è molto legata a Villa S.Ignazio e in particolar modo a padre Livio.

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«Testa da vendere, contributo umano e spirituale da vendere». Questa la descrizione che la consigliera fa del padre gesuita.

«L'ho incontrato ieri, domenica, un pomeriggio di un caldo autunno. Due valige ventiquattro ore pronte, a seguirlo a Milano. Due ventiquattro ore assolutamente insufficienti a racchiudere una vita.

Non capisco, e non mi adeguo. Un abbraccio Padre Livio, grande amico mio. Nel mio piccolo ci sono».

L'articolo pubblicato dall'Adige:

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