Gestione di orsi e lupi in regione Rossi e Kompatscher a Bruxelles Apertura possibile dell'Ue

La strada è ancora lunga, come conferma il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ma sulla gestione dell’orso e del lupo e sulla possibilità di arrivare ad una maggiore «flessibilità», rimanendo nel quadro della direttiva europea, ieri si è aperto uno spiraglio con Bruxelles.

Un primo passo, seguito dall’invito rivolto alle due province di Trento e Bolzano di partecipare al tavolo con l’autorità nazionale previsto a Roma il prossimo febbraio.

Ieri Rossi e il collega altoatesino Arno Kompatscher, con l’assessore provinciale all’agricoltura e turismo, Michele Dallapiccola, accompagnato dal dirigente del Dipartimento foreste e montagna Romano Masè e l’europarlamentare Herbert Dorfman, hanno infatti incontrato l’ufficio di gabinetto della Commissione europea all’ambiente, affari marittimi e pesca.

Ma della questione i due governatori hanno discusso anche nel corso di un incontro con il presidente della Commissione europea Antonio Tajani.

«Siamo tutti consapevoli che si tratti di un tema molto difficile e spinoso - osserva Ugo Rossi - che si presta a speculazione di carattere politico e ideologico, ma credo che siamo riusciti a presentare ai funzionari della commissione ambiente il problema nella sua realtà dei fatti.

Ci è stato anche confermato che la nostra gestione è stata coerente con le regole e con il piano di azione europeo, compreso il tema dell’ultima rimozione».

I problemi sul tappeto sono noti e ieri i due governatori li hanno presentati ai rappresentanti dell’istituzione europea. «Non si può pretendere che le istituzioni europee scavalchino quelle nazionali - evidenzia il governatore - però abbiamo posto con forza il fatto che, rispetto al progetto originario, gli orsi siano tutti concentrati nello stessa area, che è molto piccola.

Questo, evidentemente, ha alzato il livello di pericolo e anche di possibili fatti».

Timori che sono ancora più marcati nel caso del lupo, dopo che è tramontata anche l’ipotesi di prevedere all’interno del Piano nazionale di conservazione e gestione la possibilità di eliminare il cinque per cento della popolazione dei lupi presenti in Italia.

«Il tema - evidenzia Rossi - è lo stesso: la direttiva giustamente dice che sono specie protette, noi non pretendiamo che si cambi questa impostazione, ma diciamo che si può proteggere la specie anche e soprattutto quando ci sono elementi di pericolo, che devono dare la possibilità di mettere in atto azioni immediate di tranquillizzazione della popolazione.

I territori come l’Alto Adige e il Trentino - evidenzia - sono molto più abitati dell’Appennino e anche per la presenza di allevamenti sono abbastanza incompatibili con il lupo».

Per riuscire ad ottenere regole più flessibili nella gestione dei predatori si sta lavorando anche in chiave parlamentare. «Ma questo sarà un percorso lungo. Nell’immediato abbiamo rappresentato che la conservazione della specie passa dall’accettazione delle popolazioni».

Temi che la Provincia riporterà a Roma. «Ci hanno assicurato che cercheranno di fare capire allo Stato che la direttiva europea contiene già elementi di flessibilità, che devono essere usati senza troppe paure».

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