Sanità, in attesa del nuovo ospedale spesi 127 milioni per il Santa Chiara

di Luisa Maria Patruno

Aspetta, aspetta ma intanto un ospedale efficiente ai trentini va garantito. E dunque quando la Provincia ha avviato l’iter, che non si immaginava così travagliato, per l’appalto del Not ha contestualmente approvato - nel 1999 poi aggiornato nel 2014 - un Piano di investimenti per l’ampliamento e la ristrutturazione del S.Chiara per un importo totale di oltre 127 milioni di euro ( vedi tabella ).

Si tratta di una serie di interventi, alcuni dei quali molto corposi, necessari per consentire al principale ospedale del Trentino di continuare ad andare avanti in attesa del trasferimento - finalmente - nella struttura nuova e moderna. Ma allora certo non si immaginava che dopo quasi vent’anni si era ancora al punto di partenza.

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Il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Paolo Bordon, ha ricordato inoltre che dal 2011, anno di pubblicazione del bando, ad oggi si sono spesi ulteriori 12,5 milioni in «manutenzione straordinaria».

Se i tempi dovessero protrarsi oltre quel 2021, indicato dalla Provincia come data per la fine lavori nel cronoprogramma del Not, che secondo l’assessore ai lavori pubblici, Mauro Gilmozzi, non dovrebbe subire grosse variazioni, pur con il ritorno obbligato dai giudici alla prima gara d’appalto, è chiaro che dovrà essere predisposto un ulteriore aggiornamento del Piano di investimenti sul S.Chiara.

I lavori di ristrutturazione e ampliamento del vecchio ospedale della Bolghera sono iniziati il 15 novembre del 2001. Hanno riguardato la sistemazione degli impianti, l’ampliamento degli spazi per il servizi diagnostici, una nuova centrale tecnologica per i gruppi frigo e la sopraelevazione del corpo stellare per la realizzazione di nuovi laboratori.

Inoltre, è stato realizzato un nuovo parcheggio di 240 posti auto a cui se n’è aggiungo poi un altro di 400 e si sono realizzati i lavori per consentire il trasferimento di ortopedia e traumatologia da Villa Igea al S.Chiara con la realizzazione delle degenze per i reparti di traumatologia e ortopedia e della nefrologia al settimo piano nonché l’adeguamento delle degenze intensive e sub-intensive, si è costruita la nuova chiesa e l’auditorium.

Non sono stati realizzati invece gli interventi per un nuovo corpo degenze per trasformare le stanze da 6 posti letto a 2 o 4, pensati inizialmente, proprio perché si pensava che la realizzazione del Not fosse più vicina.

È stata invece ristrutturata la piastra centrale, dove si trova l’osservazione breve, il pronto soccorso pediatrico e l’area ambulatoriale complementare.

Nel 2008 sono emerse nuove esigenze per il reparto di ematologia e si è provveduto a una nuova piazzola per l’elicottero. È stato ristrutturato l’edificio ospitante il reparto infettivi aggiungendo alla zona prevista per l’Aids anche una parte riservata al reparto di emodialisi.

Il Piano è molto lungo e ha previsto anche la nuova sala operatoria di cardiochirurgia per le urgenze e si sono sistemate le degenze del reparto di ostetricia e ginecologia per quanto riguarda il confort alberghiero.

Le ristrutturazioni hanno riguardato l’anatomia patologica e gli spazi al quinto e sesto piano destinati a ospitare i reparti di Pneumologia, Neurologia, Neurochirurgia e l’accorpamento delle Medicine. Nel 2016 la Corte dei Conti in un’analisi dei costi del Not aveva considerato anche quanto speso nel frattempo - dal 1998 - per il vecchio ospedale «per evidenziare la correlazione tra il principio del buon andamento dell’amministrazione e il risultato operativo».

Per il nuovo ospedale in via del Desert, intanto, al di là delle spese per le due gare e i ricorsi, vanno considerati 61,51 milioni di euro per l’approntamento delle aree messe a disposizione dal Comune di Trento.

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