Muscoli dopati: perquisizioni a tappeto Due palestre nel mirino, tre indagati

di Sergio Damiani

Fisici scolpiti dalla fatica di allenarsi tutti i giorni tra panca e bilancieri, oppure fisici gonfiati da pericolose sostanza dopanti e da diete «fai da te» ad alto contenuto di proteine? Il dubbio dovranno scioglierlo magistratura e carabinieri del Nas che conducono una nuova indagine sul mondo del body building, dove la tentazione di percorrere rischiose  scorciatoie farmacologiche è alta.

In contemporanea in diverse province del nord Italia, oltre 120 carabinieri - tra militari del Nas di Trento, Brescia, Treviso, Padova e Udine insieme ai colleghi della Compagnia di Cles - hanno eseguito una trentina di perquisizioni su ordine della procura di Trento.

Gli inquirenti, coordinati dal pm Davide Ognibene già titolare in passato di inchieste in materia di doping, cercavano farmaci anabolizzanti e steroidi, non solo proibiti nell’attività sportiva, ma anche nocivi per la salute. I carabinieri hanno eseguito una trentina di perquisizioni: in due palestre a Dimaro (Val di Sole) e a Mirano (Venezia), presso le abitazioni dei tre indagati (due trentini e un veneto) e presso gli atleti non indagati ma sospetti assuntori di farmaci e destinatari di diete (alcuni sono residenti in val di Sole, altri nelle province di Venezia, Padova, Rovigo, Trieste, Treviso e a Ponte di Legno).

Gli indagati sono tre: il titolare della nota palestra «Body’s Fun» di Dimaro, Franco Falcone; il preparatore atletico veneto (e a giudicare dalle foto lui stesso body builder) Ivan Pavan e la compagna di quest’ultimo, la trentina Katia Bontempelli.

Le accuse ipotizzate sono di esercizio abusivo della professione, violazione delle legge sul doping (articolo 9 comma 7 della legge 376 del 2000) e somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica. Va sottolineato, però, che in questa fase l’iscrizione nel registro degli indagati non va considerata come una prognosi di colpevolezza.

Le accuse, infatti,  sono ancora tutte da dimostrare. Gli indagati non sono sottoposti ad alcun tipo di misura cautelare e le due palestre perquisite rimangono aperte. Come specifichiamo a parte, gli indagati respingono tutte le accuse. Anzi, Falcone sottolinea che le perquisizioni,  domiciliare e presso la sua palestra «Body’s Fun» di Dimaro, hanno avuto esito negativo nel senso che nulla è stato trovato.
È evidente però che gli inquirenti per mesi hanno raccolto fonti di prova che in questo momento non conosciamo. Sappiamo che l’indagine è partita l’anno scorso. Il 5 novembre a Vicenza si tenne la gara «Hercules Olympia Italy Area Nord».

All’evento però parteciparono, a sorpresa, anche gli ispettori investigativi antidoping del Nas e i medici sportivi del Coni. Dai controlli risultò positiva ai test antidoping una nota atleta altoatesina (non indagata nell’inchiesta). Nei mesi successivi i carabinieri hanno cercato di ricostruire i canali di aprovigionamento delle sostanze  proibite. I farmaci provengono da mezzo mondo: Olanda, Spagna, Germania, Moldavia, Thailandia e pure l’India. I carabinieri, anche attraverso appostamenti e pedinamenti, hanno monitorato tra l’altro le due palestre di Dimaro e di Mirano e alcuni degli atleti che le frequentavano. Il sospetto è che chi voleva accrescere la massa muscolare percorrendo scorciatoie farmaceutiche e dietetiche trovasse un aiuto.

Gli inquirenti stanno anche valutando il materiale sequestrato  nel corso delle perquisizioni di ieri: secondo una prima stima, nelle mani del Nas nel complesso sarebbero finite circa 2000 pastiglie proibite e 500 fiale, oltre ad un gran numero di siringhe. Gli assuntori sono soggetti spesso tra i 30 e i 40 anni, con un numero sorprendente di donne. Tutti pronti a correre gravi rischi pur di avere un fisico pazzesco.


FALCONE: «MAI TROVATO NULLA»

«Questa palestra è aperta dal 1999 e posso assicurare che il doping non è mai entrato dalla nostra porta». Franco Falcone titolare della palestra «Body’s Fun» di Dimaro è amareggiato: «Ci sbattono sul giornale prima di verificare se le accuse sono fondate. In questa fase credo sia più opportuno non parlare con la stampa, ma una cosa va detta. I carabinieri sono arrivati questa mattina alle 7. Hanno eseguito una perquisizione accurata sia a casa mia, sia presso la palestra e non hanno trovato nulla. Non lo dico io, c’è scritto nel verbale dei carabinieri che mi è stato consegnato».

Falcone è convinto che le accuse ipotizzate nei suoi confronti non stiano in piedi. «Siamo aperti ormai da molti anni e mai abbiamo avuto problemi con il doping. Sono convinto che tutto si chiarirà ma intanto per noi il danno è reale. Domani ho appuntamento con l’avvocato, vedremo come muoverci».

Chiediamo a Falcone se conosca gli altri indagati, Katia Bontempelli e Ivan Pavan. «Katia - replica - è un’amica anche se negli ultimi due anni per motivi familiari non ha potuto frequentare spesso la palestra. Pavan lo conosco ma tra noi non ci sono rapporti».

L’indagine del Nas coordinata dalla procura di Trento è arrivata dunque come una doccia gelata sulla «Body’s Fun» che è comunque regolarmente aperta. La palestra, che ha sede a Dimaro in via Tonale, negli anni è diventata un punto di richiamo per gli sportivi della valle di Sole e non solo. Numerose sono le specialità proposte: gym, fitness, preparazioni atletiche, riabilitazione, personal training, spinning, pilates.

Pare che nella palestra a Dimaro siano di casa anche sciatori di livello nazionale che in estate seguono programmi per il potenziamento muscolare in preparazione alla nuova stagione agonistica

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