«Ripulivano» le auto in A22 Doppio arresto della polizia

Si erano specializzati in furti sulle auto nelle aree di servizio autostradali. Non ladri qualsiasi, per la verità, ma esperti di elettronica, visto che grazie a un congegno, il cosiddetto «jammer», riuscivano a inibire la chiusura automatica delle porte delle vetture lasciate in sosta, per poi agire indisturbati, senza il rischio che scattasse l’allarme.

A porre fine a tutto è stata Sottosezione della Polizia Autostradale di Trento, nell’ambito dell’operazione «Inibitori di frequenza» coordinata
dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona.

Prima un arresto a luglio, martedì 12 settembre un altro.

Tutto aveva preso avvio lo scorso anno, dopo la denuncia di un cittadino italiano in viaggio sull’autostrada del Brennero. L’uomo che si era fermato per una breve sosta sull’area di servizio Adige Ovest, era stato derubato di alcuni suoi beni, custoditi all’interno della propria autovettura, senza apparenti danni all’auto.

Analoghi episodi erano avvenuti nei mesi successivi, sempre presso le aree di servizio della tratta autostradale dell’A22.

Le indagini hanno chiarito il modus operandi della banda, che operava appunto con lo «jammer», nascosto nel cablaggio originale delle autovetture.

In questo modo una volta che il proprietario si era allontanato i malviventi potevano agire indisturbati, certi che non solo non sarebbe scattato alcun allarme, ma anche che la loro azione non avrebbero destato alcun sospetto.  

Al termine delle indagini sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei due napoletani, una eseguita a luglio e la seconda martedì 12, quando il secondo malvivente si è costituito in carcere. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate le due autovetture utilizzate per la commissione dei furti che celavano all’interno delle portiere il congegno elettronico.

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