In Trentino cassa integrazione alle stelle Si registra un +11,2%. Uil: pesa il caso Sait

«I dati di luglio confermano, a livello nazionale, un generale decremento delle ore di cassa integrazione: in tutto ne sono state autorizzate alle aziende 226,4 milioni (pari a 190 mila posti di lavoro salvaguardati), di cui il 61,7% di cassa integrazione straordinaria con una prevalenza di quella di solidarietà. Rispetto allo stesso periodo del 2016, però, si evidenzia una notevole crescita di ore richieste in 15 province, tra cui quella di Trento (+11,2%)».

A parlare è il segretario della Uil Walter Alotti, che fa il punto della situazione sui dati, sia nazionali sia locali, sul lavoro. Numeri che hanno un significato in prospettiva.

«Questi aumenti, ovvero 35 milioni di ore autorizzate, con un +27,1% su giugno 2017, se confermati nei prossimi mesi, attesterebbero come in tutta Italia, nonostante la crescita dell’economia, non si possano escludere possibili processi di ristrutturazione aziendale.

Nello specifico, poi, non è difficile intuire quanto da noi in Trentino la vicenda Sait abbia avuto il suo considerevole peso, confermato dal fatto che lo sbalzo più significativo è, appunto, nel settore produttivo del commercio: 195.580 ore autorizzate nei primi 7 mesi del 2016 contro le 647.129 del 2017».

Insomma, una serie di dati non certo confortanti, che devono fare riflettere anche in provincia di Trento.

«Sono soprattutto i valori percentuali a impressionare: sempre nel commercio abbiamo una variazione percentuale pari a 230,9 e seconda solo al Molise, mentre quella totale, +11,2%, è seconda solo alla Puglia.

I numeri assoluti, però, ridimensionano in parte il problema e sembra chiaro che l’impennata, sostanzialmente relativa alle contingenze di un breve lasso di tempo (da giugno a luglio 2017), non può adombrare un trend generale tutto sommato positivo.

Sarà comunque importante che anche le istituzioni trentine intervengano opportunamente sulla regolazione degli ammortizzatori sociali, compresa la cassa Integrazione, per far si che possano essere gestiti al meglio i delicati processi di ristrutturazione aziendale scongiurando eventuali licenziamenti, con particolare attenzione a commercio, edilizia e industria.

Servono inoltre, in particolare per giovani e anziani, politiche attive in grado di far incontrare domanda e offerta in vista di ricollocazioni e nuove occasioni di lavoro».

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