Malaria a Trento, morta bimba di 4 anni Parla il direttore dell'Azienda sanitaria «Non so se si arriverà a una soluzione»

Ispettori del ministero e dell’Iss si sono recati nel pomeriggio nel reparto di pediatria e nel laboratorio di microbiologia dell’ospedale di Trento.

Sono stati inviati per l’indagine che riguarda la morte della bambina di 4 anni, Sofia Zago di Trento, ricoverata prima a Portogruaro, poi a Trento e a Brescia.

«In microbiologia - ha spiegato Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino, in una conferenza stampa a conclusione della visita - ci sono i campioni di sangue sia della bambina che degli altri pazienti che hanno avuto la malaria».

IL TIMORE DEL CONTAGIO NEL REPARTO DI PEDIATRIA A TRENTO

«Se si trovasse la malaria con l'analisi genetica, significherebbe che l'incubazione era già in corso mentre noi non potevamo nemmeno sospettarlo, altrimenti il vettore resta da cercare qui»  dicono il direttore generale dell'azienda sanitaria, Paolo Bordon, il direttore sanitario, Claudio Dario, e la primaria di Pediatria, Annunziata Di Palma, sottolineando che non trovano errori nei protocolli seguiti durante il ricovero.

La famiglia del Burkina Faso, di cui quattro componenti erano all'ospedale di Trento con malaria nel periodo di ricovero della bambina morta, è stata intanto sentita dal Nas per l'indagine della Procura di Trento. «Serve - ha spiegato il procuratore capo di Trento - per contribuire a ricostruire le tappe della vicenda, a mettere in ordine la storia della bambina morta. Vorrei capire se si può accertare dove gli altri avevano messo i bagagli al ritorno dall'Africa, se ne avevano in ospedale, con che bagagli e di quali dimensioni avevano viaggiato».

LE INDAGINI

«Il capo della delegazione, Andrea Piccioli si è concentrato sui giorni dal
16 agosto al 2 settembre, quindi sui ricoveri di Sofia in quel periodo a Trento». A riferirlo è stato.

Il giro degli ispettori è durato due ore, così come già in mattinata era accaduto all’ospedale di Portogruaro (Venezia).

Il direttore generale dell’Apss del Trentino ha consegnato agli ispettori della documentazione, che si aggiunge a quanto avevano già inviato martedì in una relazione al ministero.

«Gli ispettori - ha spiegato - hanno dunque a disposizione copia delle cartelle cliniche sia di Sofia che degli altri pazienti con malaria, un elenco dei fatti e i referti del pronto soccorso».

Gli ispettori si sono soffermati sulle procedure del reparto di pediatria, hanno sentito testimonianze del personale e hanno visitato in particolare nei luoghi dove sono state ospitate le pazienti, cioè la piccola morta e le due bambine ricoverate nello stesso periodo nel reparto e guarite.

Hanno incontrato in seguito Paolo Lanzafame, primario di microbiologia, a proposito dei prelievi effettuati, prelievi sotto sequestro giudiziario in microbiologia, destinati a indagini di tipo molecolare che effettuerà l’Iss

COMPLICANZA CEREBRALE CAUSA MALARIA

«L’autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica».

Lo riferisce il procuratore capo di Trento, Marco Gallina, a proposito della comunicazione verbale ricevuta sull’autopsia effettuata a Brescia per la bambina di 4 anni morta lunedì, dopo i ricoveri anche a Portogruaro e a Trento.

La causa del decesso per Sofia è stata dunque proprio la complicanza cerebrale causata dalla malaria.

«I periti adesso hanno chiesto 60 giorni di tempo per la relazione autoptica - ha detto il procuratore Gallina - e lavoreremo per contribuire a chiarire la vicenda».

SANITÀ TRENTINA, IL DIRETTORE E LA PRIMARIA

«Onestamente non so se si arriverà a una soluzione del caso - ha detto, in conferenza stampa, il direttore dell'Azienda sanitaria trentina, accanto alla primaria della pediatria dell'ospedale Santa Chiara Annunziata Di Palma - ed è una consapevolezza da portare a tutti quella che si possa anche non arrivare ad una conclusione. Sarebbe grave, non solo per la famiglia, ma anche per l'attaccamento degli operatori sanitari che hanno seguito il caso e che vogliono scoprire la verità. Non avremo però prima della prossima settimana gli esiti dei test sui ceppi, che potrebbero dire se le indagini saranno da dirottare fuori da Trento o meno».

« L'impegno è quello di dare la possibilità di recuperare al più presto il corpicino della piccola Sofia». In serata è arrivato il nulla osta alla sepoltura della piccola».

«Ci stiamo sempre più convincendo - ha aggiunto il direttore sanitario, Claudio Dario - che la gestione dei casi qui sia avvenuta senza incidenti nei protocolli. Non si trova quindi un errore che possa giustificare un contagio della bimba morta».

 

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Si deve capire se i ceppi dei bambini guariti - ricoverati in quei giorni all'ospedale Santa Chiara - e della bimba morta sono gli stessi o no. Tutto è nelle mani dell'Istituto superore di sanità.

Bordon ha ribadito che non ci sarebbe stato contatto sangue-sangue tra i piccoli africani (in cura per la malaria) e Sofia, poi deceduta nell'ospedale di Brescia dove era stata trasferita.

ANALISI GENETICA PER “ASSOLVERE” TRENTO

«Potrebbe essere utile un esame sui campioni di sangue precedenti al momento in cui la malaria è stata individuata». Lo hanno affermato il direttore generale dell’Apss del Trentino, Paolo Bordon, il direttore sanitario, Claudio Dario, e la primaria di pediatria, Nunzia Di Palma.

Si tratta di un campione risalente al 17 agosto, quando la bambina era stata ricoverata per il diabete, dopo una breve degenza a Portogruaro, per la stessa ragione.

«Era stata rilevata solo una lieve carenza di globuli bianchi - hanno spiegato - che era compatibile con la diagnosi di diabete. Un’analisi genetica potrebbe dire se già allora fosse presente la malaria. Caso in cui sarebbe necessario pensare a un’incubazione già in atto da quando era in vacanza a Bibione. Altrimenti sarà da continuare la ricerca di un vettore a Trento».

Polemiche sul sistema della sanità trentina.

Intanto la Procura indaga per omicidio colposo.

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