È morto «Magic Silvan» Padre del nuoto trentino

Dopo novant'anni di vita e di sport, Silvano Danieli ha smesso per sempre di nuotare. Lo «storico» allenatore delle piscine di Trento, che ha insegnato il nuoto a mezza città, è spirato ieri, lasciando i figli Nerio, Roberto e Franco. 

Atleta di spicco nel panorama trentino, conosciuto anche a livello nazionale, Danieli aveva festeggiato il compleanno un mese fa, il 29 luglio, una festa che sanciva anche il superamento della brutta malattia che lo aveva messo alla prova, ma da cui sembrava essersi ripreso. 

Il nuoto è sempre stato un punto fermo per Silvano Danieli. Nato a Mori nel 1927, aveva iniziato a nuotare nel vicino lago di Loppio: la passione scoppia immediata nel cuore e nei muscoli di Silvano. Un amore che è riuscito a tramandare ai suoi figli e a tantissimi altri trentini, tra le corsie al cloro delle piscine del capoluogo. 

Prima di praticare in modo assiduo la disciplina, grande sportivo, Silvano Danieli era passato dal calcio e dal sollevamento pesi, in un'attività instancabile che lo contraddistinse per tutta la vita. Solamente nel novembre 2016 infatti ha deciso di rinunciare alla vita attiva

L'acqua è diventata presto il suo ambiente, e nelle bracciate troverà la forza per superare diversi ostacoli nella vita. Come quando il padre muore in giovane età, e a lui tocca andare presto al lavoro: prima l'odontotecnico, poi la fabbrica, alla Sloi (comparve in un documentario che racconta la storia dello stabilimento, «La fabbrica degli invisibili»), e infine Itas Assicurazioni. 

Silvano lavora di giorno, si allena di notte. Celebre l'aneddoto che lo vede impegnato in un allenamento notturno in piscina con l'allenatore che lo segue illuminandogli la corsia. Diviene poi istruttore, un ruolo che ha ricoperto per 35 anni alla Rari Nantes, prima del passaggio alla Buonconsiglio Nuoto dove per 26 anni ha ricoperto la carica di tecnico. 

Nel 2008 il figlio Nerio ha istituito la Nuotatori Trentini, chiamata Snd proprio in onore di Silvano e Nerio Danieli, e in quel momento la famiglia ha potuto riunirsi nella stessa società. 

La vita da istruttore e allenatore ha potuto procedere di pari passo con quella di atleta: Silvano infatti ha vinto, nella sua carriera, innumerevoli medaglie. Inizia a competere quando ormai non è più in ragazzino, negli anni '80, nella categoria Master. Ai mondiali di Riccione nel 2012 vinse quattro medaglie d'oro, nel 100 rana categoria M85, nei 50 farfalla in cui vantava già un primato europeo, nei 100 farfalla e nei 50 rana.

Lo chiamavano «Magic Silvan», una creatura della tempra invincibile, capace, nonostante avesse superato gli 80 anni, di gareggiare in discipline come i 200 metri, a delfino oppure i 400 misti, tipologie di gare complesse e per le quali l'allenamento è fondamentale.

Se n'è andato un pezzo di storia dello sport e del nuoto trentino, impareggiabile personalità di padre, di uomo e di atleta.

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